Due vicende recenti mettono in luce le crescenti sfide legate alla sicurezza tecnologica: la scoperta del malware BadBox preinstallato su dispositivi IoT e le sanzioni imposte dalla Russia a Telegram e Viber per contenuti legati alla guerra.
BadBox: il malware preinstallato sui dispositivi IoT
Il Bundesamt für Sicherheit in der Informationstechnik (BSI) ha rilevato fino a 30.000 dispositivi IoT in Germania infettati dal malware BadBox, distribuito attraverso dispositivi come cornici digitali e lettori multimediali. La particolarità di questo malware risiede nella sua preinstallazione, spesso presente già al momento dell’acquisto.
BadBox consente ai cybercriminali di:
- Creare account fittizi per diffondere fake news;
- Eseguire frodi pubblicitarie (ad fraud);
- Utilizzare i dispositivi come proxy per attività illecite, mascherando gli indirizzi IP degli hacker.
Il BSI ha avviato una misura di “sinkholing”, dirottando la comunicazione dei dispositivi infetti verso server sicuri per neutralizzare le attività criminali. Tuttavia, la vulnerabilità persiste su dispositivi con firmware obsoleto, richiedendo agli utenti di disconnettere tali apparecchi dal web per prevenire ulteriori infezioni.
Sanzioni russe contro Telegram e Viber
Secondo informazioni di Reuters, la Russia ha inflitto multe alle piattaforme Telegram e Viber per non aver rimosso contenuti legati alla guerra, in violazione delle leggi locali. Le autorità russe continuano a monitorare strettamente le piattaforme tecnologiche per garantire il rispetto delle normative nazionali, sollevando dibattiti sulla censura e sulla libertà di espressione.
Dai rischi legati ai dispositivi IoT compromessi da malware come BadBox a tensioni geopolitiche che coinvolgono piattaforme di comunicazione globale, come Telegram e Viber, escluse dalla Russia, queste vicende evidenziano l’importanza di un approccio integrato alla sicurezza digitale e al rispetto delle normative internazionali.