Sicurezza Informatica
Rettifica: Moked ha modificato la notizia della Segre, senza rettificare, togliendo la parola inquietante. Nessuna fake news de La Stampa
Tempo di lettura: 6 minuti. Moked.it non ha rettificato pubblicamente l’articolo, noi lo facciamo nella massima trasparenza nei confronti dei nostri lettori. La rettifica silente della parola inquietante e la cancellazione di un periodo su La Russa, acquisisce maggior peso rispetto a quello che erroneamente risultava un errore del mondo dell’informazione su cui ci può essere una interpretazione giornalistica, a differenza di quella politica data da un organismo di informazione ascrivibile ad una parte delle Comunità Ebraiche Italiane e quindi direttamente interessato all’argomento trattato nell’articolo.
NOTA: Il Titolo “La Stampa pubblica una fake news sulla comunità ebraica e La Russa viene minacciato dalle Brigate rosse” è errato. L’errore è dovuto dall’assenza sulla fonte principale, la testata Moked.it, della modifica avvenuta all’articolo riportata come vuole la prassi delle rettifiche in rete. Su indicazione di un utente, Matrice Digitale ha ricevuto copia della newsletter del giorno 13 ottobre, ore 15.31 dove è presente la parola “inquietante” dal testo.
Ci scusiamo con il direttore, l’editore, la redazione, in particolare con Concita de Gregorio.
Le altre testate giornalistiche citate: Open, Secolo d’Italia, Huffington Post, Denaro, Globalist hanno riportato correttamente nel titolo la parola inquietante così come allo stesso modo c’è stata una modifica ad un passaggio riportato correttamente in forma originale da Open:
Il testo modificato senza indicazione di rettifica online da Moked.it è invece questo:
Anche in questo caso ci scusiamo con i direttori, gli editori e la redazione tutta delle testate citate.
NOTA: il giornale indicato come Secolo XIX è invece il giornale Secolo d’Italia ci scusiamo con i lettori
Considerazione dell’Autore dell’articolo: seppur l’utilizzo della parola “Inquietante” sia attribuibile all’house organ delle Comunità ebraiche Italiane, l’articolo non perde valore, anzi, dimostra come una parola non pesata in un contesto di tensione non solo sia stata interpretata come “eccessiva” dal corpo editoriale che l’ha utilizzata, ma che l’errore e la rettifica abbia dato interesse ai media mostrando di fatto un malcontento ed una divisione dalla variegata Comunità Ebraica, rappresentata in parte dalla testata moked.it.
Sull’aspetto giornalistico c’è da notare come una rettifica sul web, per principio di trasparenza nei confronti del lettore sia dovuta con il fine di fornire alle fonti la massima trasparenza che nel caso di Moked non c’è stata ed ha conseguentemente tratto in inganno coloro che si sono affidati ad una fonte diretta, soprattutto se giornalistica in questo caso specifico, per ricostruire l’evento oggetto dell’articolo e del dibattito pubblico italiano.
NOTA: L’articolo chiude con una domanda: Su questo fronte si apre un’altra questione: Huffington Post, Open e le altre testate rettificheranno gli articoli pubblicati che riportano una notizia falsa oppure continueranno a fare guerra alle fake news senza che sia accaduto questo?
In virtù dei riscontri avuti via mail la domanda da porre è: Moked.it pubblicherà l’avvenuta rettifica dei due punti da noi evidenziati nel testo principale oppure lascerà ai suoi lettori, come sconosciuta, la modifica cedendo spazio solo al “caso giornalistico” tirato in ballo da altre testate che hanno avuto accesso alla newsletter, mai riportate negli articoli, su cui si gettano ancora più ombre sulle motivazioni della rettifica, avvenuta, ma non comunicata?
Prima di iniziare sapevi che?
- Gianfranco Fini, stimato dal mondo ebraico per la sua presa di posizione contro il passato fascista della destra, ha dichiarato nelle settimane precedenti ai media che la Meloni già a suo tempo seguì la sua strada
- L’ex Portavoce della Comunità Ebraica di Roma Ester Mieli, giornalista, è stata eletta in Parlamento con i voti di Fratelli d’Italia vincendo il confronto con Monica Cirinnà del Partito Democratico
- Ignazio La Russa ha pubblicato oggi un post dove descrive “Pagina più buia” il rastrellamento del ghetto di Roma esprimendo vicinanza al popolo ebraico
Ignazio La Russa è stato raggiunto da una duplice minaccia delle Brigate Rosse che hanno esposto la stella a 5 punte su una serranda della sede che fu del Msi e ora di Fratelli d’Italia, nel quartiere Garbatella a Roma ed una nei pressi del Colosseo. L’atto è stato condannato da tutte le forze politiche dopo che in Italia c’è stata una polemica spinosa sulla nomina di Presidente del Senato avuta dallo stesso La Russa.
La Russa è stato nominato seconda carica dello Stato a pochi giorni dal centenario della marcia su Roma rafforzando la simbologia temporale sia per le aderenze ideologiche che lo stesso senatore di Fratelli d’Italia ha mai rinnegato sia per le posizioni del partito della Meloni associate negli anni ai nostalgici degli anni 20. Il passaggio di consegne, coincidenza del destino, è avvenuto dal simbolo della memoria del genocidio antisemita, la senatrice a vita Liliana Segre, ad Ignazio Benito La Russa. La maggior parte della narrazione giornalistica e politica ha visto in questa coincidenza temporale un segnale di pacificazione nel quale il nuovo corso parlamentare mette alle spalle eventuali conflitti ideologici e si arma congiuntamente, così come auspicato dalla Segre, contro il linguaggio dell’odio presente non solo nello spazio reale, anche in quello virtuale come nelle piazze social.
Il caso Segre
Nel clima d’odio generale è stata diffusa una notizia pregiudizievole nei confronti del Senatore La Russa, della Comunità Ebraica Italiana ed in piccola parte di Liliana Segre. Alcuni organi di informazione con articoli senza firma, hanno diffuso la notizia che il giornale delle Comunità Ebraiche Italiane, moked.it, ha definito il passaggio di consegne tra la Segre ed La Russa “inquietante”.
Tra le notizie figurano Open di Mentana, baluardo dell’informazione dedita al contrasto delle fake news, Huffington Post del gruppo Gedi (Repubblica-La Stampa), Globalist, linea editoriale spostata anch’essa sulla società aperta seppur non sia una testata giornalistica, il giornale economico Il Denaro ed il giornale schierato a destra Secolo d’Italia. Le notizie fanno riferimento ad un editoriale del portale moked.it dove non è evidente alcuna parola “inquietante”. (perchè non rettificato pubblicamente)
Indicare tra virgolette “inquietante” nel titolo, fa riferimento ad una citazione esplicata nell’articolo a cui si fa riferimento ed è visibile che la parola non è presente nel testo. ( perchè non rettificata pubblicamente da Moked)
Ancora più “inquietante” che nel testo di Open figuri un virgolettato che sul sito non è presente e nemmeno indicato come rettifica. ( perchè non rettificata pubblicamente da Moked)
Il Secolo d’Italia fornisce una risposta ai suoi lettori individuando la frase “un passaggio simbolico e a detta di vari osservatori inquietante tra una donna perseguitata in gioventù dal nazifascismo e una figura politica cresciuta negli ambienti dell’estrema destra neofascista e che con quel passato non sembra aver fatto troppo bene i conti”. Una dura presa di posizione che ricalca un commento pubblicato da La Stampa di Concita De Gregorio
Secondo alcune ricostruzioni il testo è stato modificato, o meglio rettificato, ma la realtà è un’altra: la De Gregorio ha pubblicato una notizia citando una fonte pubblica e aperta a tutti aggiungendo a sua discrezione un termine ascrivibile all’hate speech come “inquietante“. Moked.it non ha pubblicato alcuna rettifica come prevede il buon costume quando sul web vengono modificati gli articoli oppure perchè aveva nulla da rettificare e quindi non c’è stato bisogno. (confermiamo la buona prassi che dovrebbe contraddistinguere tutte le testate web)
A chi ha giovato questa licenza della De Gregorio contro La Russa strumentalizzando le Comunità Ebraiche di tutta Italia con una fake news?
D’obbligo le scuse a Concita de Gregorio
La risposta è semplice: allo stesso contesto che il nuovo corso parlamentare ha condannato fermamente e insieme al più alto simbolo costituzionale vivente nella lotta all’odio in rete e sui social. Peccato per lei che gli antisemiti non c’entrano, peccato per lei che “i fascisti” sono gli aggrediti. Matrice Digitale ha denunciato più volte il mal costume di strumentalizzare questioni afferenti all’antisemitismo e inerenti l’ebraismo per fini politici, divisivi, che generano uno scontro ingiustificato in un dibattito pubblico che dovrebbe essere civile su questioni così sensibili. (NOTA buona parte del contesto non cambia seppur cambi il protagonista da De Gregorio a Moked.it)
L’odio negli ultimi giorni ha coinvolto molti attori della società civile nazionale, per la maggior parte ideologicamente schierata al Partito Democratico, e non è un caso che, dopo lo striscione delle BR, sia leader politici, Enrico Letta, sia giornalisti attivisti, ad esempio Iacoboni de La Stampa, in prima linea si sono ravveduti ed hanno provveduto a calmierare i propri seguaci consci evidentemente che il clima di odio, tanto diffuso da scomodare le BR, è stato alimentato da chi ha denunciato la venuta del fascismo in Italia con il governo Meloni senza che questo si insediasse ed è lo stesso La Russa a rimarcare la violenza subita proprio dai detrattori del suo partito.
Sicurezza Informatica
Ransomware gang mira Windows con malvertising di PuTTy e WinSCP
Tempo di lettura: 2 minuti. Un’operazione ransomware prende di mira gli amministratori Windows tramite annunci pubblicitari falsi di PuTTy e WinSCP
Un’operazione ransomware sta prendendo di mira gli amministratori di sistema Windows utilizzando annunci pubblicitari falsi su Google per promuovere siti di download fasulli di PuTTy e WinSCP. Questi strumenti sono comunemente usati dagli amministratori per la gestione remota di server, rendendoli obiettivi preziosi per i criminali informatici che desiderano diffondersi rapidamente attraverso una rete, rubare dati e ottenere l’accesso ai controller di dominio per distribuire ransomware.
Dettagli della campagna
Un recente rapporto di Rapid7 ha rilevato una campagna pubblicitaria sui motori di ricerca che mostrava annunci per siti falsi di PuTTy e WinSCP quando gli utenti cercavano “download winscp” o “download putty” dimostratisi poi vettori di ransomware. Questi annunci utilizzavano nomi di dominio typo-squatting come puutty.org, wnscp.net e vvinscp.net per ingannare gli utenti.
I siti falsi includevano link di download che, quando cliccati, indirizzavano l’utente a siti legittimi o scaricavano un archivio ZIP contenente un eseguibile Setup.exe, che era una versione rinominata e legittima di pythonw.exe per Windows, e un file DLL dannoso python311.dll.
Meccanismo di attacco
Quando l’eseguibile pythonw.exe viene lanciato, tenta di caricare un file DLL legittimo. Tuttavia, i criminali informatici hanno sostituito questo DLL con una versione dannosa che viene caricata utilizzando la tecnica del DLL Sideloading. L’esecuzione di Setup.exe carica il DLL malevolo, che estrae ed esegue uno script Python criptato.
Questo script infine installa il toolkit post-sfruttamento Sliver, utilizzato per ottenere l’accesso iniziale alle reti aziendali. Rapid7 ha osservato che gli attaccanti utilizzano Sliver per distribuire ulteriori payload, inclusi beacon di Cobalt Strike, per esfiltrare dati e tentare di distribuire un encryptor ransomware.
Similarità con campagne precedenti
Rapid7 ha osservato somiglianze tra questa campagna e quelle viste in passato da Malwarebytes e Trend Micro, che distribuivano il ransomware BlackCat/ALPHV, ora dismesso. Gli annunci sui motori di ricerca sono diventati un problema significativo negli ultimi anni, con numerosi attori malevoli che li utilizzano per diffondere malware e siti di phishing.
Misure di sicurezza
Gli amministratori di sistema devono essere cauti e verificare sempre l’autenticità dei siti di download, evitando di cliccare su annunci pubblicitari non verificati. È fondamentale utilizzare fonti ufficiali per scaricare software e mantenere aggiornati gli strumenti di sicurezza per rilevare e prevenire tentativi di attacco.
Sicurezza Informatica
Trojan bancario Grandoreiro: nuove campagne globali
Tempo di lettura: 4 minuti. Grandoreiro, il trojan bancario gestito come MaaS, espande le sue campagne di phishing globali con aggiornamenti tecnici significativi. Scopri come proteggerti.
Dal marzo 2024, IBM X-Force ha monitorato diverse campagne di phishing su larga scala che distribuiscono il trojan bancario Grandoreiro, probabilmente gestito come un servizio di malware (MaaS). L’analisi del malware ha rivelato importanti aggiornamenti nell’algoritmo di decodifica delle stringhe e nella generazione dei domini (DGA), nonché la capacità di utilizzare i client Microsoft Outlook su host infetti per diffondere ulteriori email di phishing.
Principali scoperte
- Grandoreiro è un trojan bancario multi-componente, probabilmente gestito come un MaaS.
- Viene distribuito attivamente in campagne di phishing che impersonano enti governativi in Messico, Argentina e Sud Africa.
- Il trojan bancario prende di mira specificamente oltre 1500 applicazioni e siti bancari globali in più di 60 paesi, incluse regioni dell’America Centrale/Sud, Africa, Europa e Indo-Pacifico.
- L’ultima variante contiene importanti aggiornamenti, inclusi la decodifica delle stringhe e il calcolo del DGA, permettendo almeno 12 domini C2 differenti al giorno.
- Grandoreiro supporta la raccolta di indirizzi email dagli host infetti e l’utilizzo del client Microsoft Outlook per inviare ulteriori campagne di phishing.
Espansione delle campagne di Grandoreiro
Campagne focalizzate in LATAM
Dalla fine di marzo 2024, X-Force ha osservato campagne di phishing che impersonano il Servizio di Amministrazione Fiscale del Messico (SAT), la Commissione Federale dell’Elettricità (CFE), la Segreteria di Amministrazione e Finanze di Città del Messico e il Servizio Fiscale di Argentina. Le email prendono di mira utenti in America Latina, inclusi i domini di primo livello (TLD) di Messico, Colombia e Cile.
Le campagne cercano di apparire ufficiali e urgenti, informando i destinatari che stanno ricevendo un avviso finale riguardante un debito fiscale non pagato, con potenziali conseguenze come multe e blocco del numero di identificazione fiscale. Altre campagne ricordano agli utenti l’iscrizione a servizi come CFEMail, fornendo accesso alle dichiarazioni di conto tramite link. Un’altra campagna imita la Segreteria di Amministrazione e Finanze, chiedendo ai destinatari di cliccare su un PDF per leggere i dettagli di un avviso di conformità. In ogni campagna, i destinatari sono istruiti a cliccare su un link per visualizzare una fattura o fare un pagamento. Se il destinatario è in un paese specifico, viene scaricato un file ZIP contenente un eseguibile mascherato da PDF.
Campagna che impersona il Servizio Fiscale del Sud Africa
Recentemente, X-Force ha osservato una campagna di phishing che impersona il Servizio Fiscale del Sud Africa (SARS), purporting to be from the Taxpayer Assistance Services Division. Queste campagne raggiungono anche utenti in Spagna, Giappone, Paesi Bassi e Italia, indicando un’espansione oltre LATAM. Le email riferiscono un numero fiscale e informano il destinatario che sta ricevendo una fattura fiscale elettronica in conformità con le normative di SARS.
Analisi: Loader di Grandoreiro
Il loader di Grandoreiro esegue tre compiti principali:
- Verifica se il client è una vittima legittima.
- Raccoglie dati di base della vittima e li invia al C2.
- Scarica, decrittografa ed esegue il trojan bancario Grandoreiro.
Decodifica delle stringhe
Il loader genera una chiave di grandi dimensioni, codificata in tripla Base64, e utilizza una decodifica personalizzata per convertirla in una serie di caratteri esadecimali interpretati come byte. Il risultato viene decrittografato con un algoritmo personalizzato di Grandoreiro, seguito da una decrittografia AES CBC a 256 bit per recuperare la stringa in chiaro.
Verifica e profilazione della vittima
Il loader raccoglie informazioni come nome del computer, nome utente, versione del sistema operativo, antivirus installato e indirizzo IP pubblico. Utilizza queste informazioni per verificare che la vittima non sia un ricercatore o un ambiente sandbox, e per profilare la vittima inviando i dati al C2.
- Public IP country
- Public IP region
- Public IP city
- Computer name
- Username
- OS Version information
- Installed AV solution
- Check in the registry subkey “Software\Clients\Mail” if the Outlook mail client is installed. If true, the value is set to “SIM”, which means “Yes” in Portuguese
- Check if crypto-wallets exist: Binance, Electrum, Coinomi, Bitbox, OPOLODesk, Bitcoin
- Check if special banking security software is installed: IBM Trusteer, Topaz OFD, Diebold
- Number of Desktop monitors
- Volume Serial Number
- Date of infection
- Time of infection
Comunicazione C2 e caricamento di Grandoreiro
Il loader invia una richiesta HTTP GET crittografata al server C2, richiedendo il payload finale di Grandoreiro. Se la richiesta ha successo, il server risponde con un URL di download, un nome di directory e altre informazioni necessarie. Il file scaricato viene decrittografato e decompresso, pronto per l’esecuzione.
Le recenti campagne di phishing che distribuiscono il trojan bancario Grandoreiro dimostrano una notevole espansione geografica e sofisticazione tecnica. Le organizzazioni devono rimanere vigili, monitorare il traffico di rete per rilevare potenziali infezioni e adottare misure di sicurezza proattive per proteggere i propri sistemi.
Sicurezza Informatica
Vulnerabilità RCE zero-day nei router D-Link EXO AX4800
Un gruppo di ricercatori di SSD Secure Disclosure ha scoperto una vulnerabilità critica nei router D-Link EXO AX4800 (DIR-X4860), che consente l’esecuzione di comandi remoti non autenticati (RCE). Questa falla può portare a compromissioni complete dei dispositivi da parte di aggressori con accesso alla porta HNAP (Home Network Administration Protocol).
Dettagli sulla vulnerabilità
Il router D-Link DIR-X4860 è un dispositivo Wi-Fi 6 ad alte prestazioni, capace di raggiungere velocità fino a 4800 Mbps e dotato di funzionalità avanzate come OFDMA, MU-MIMO e BSS Coloring. Nonostante sia molto popolare in Canada e venduto a livello globale, il dispositivo presenta una vulnerabilità che può essere sfruttata per ottenere privilegi elevati e eseguire comandi come root.
La vulnerabilità è presente nella versione firmware DIRX4860A1_FWV1.04B03. Gli aggressori possono combinare un bypass di autenticazione con l’esecuzione di comandi per compromettere completamente il dispositivo.
Processo di sfruttamento
Il team di SSD ha pubblicato un proof-of-concept (PoC) dettagliato che illustra il processo di sfruttamento della vulnerabilità:
- Accesso alla porta HNAP: Solitamente accessibile tramite HTTP (porta 80) o HTTPS (porta 443) attraverso l’interfaccia di gestione remota del router.
- Richiesta di login HNAP: Un attacco inizia con una richiesta di login HNAP appositamente creata, che include un parametro chiamato ‘PrivateLogin’ impostato su “Username” e un nome utente “Admin”.
- Risposta del router: Il router risponde con una sfida, un cookie e una chiave pubblica, utilizzati per generare una password di login valida per l’account “Admin”.
- Bypass dell’autenticazione: Una successiva richiesta di login con l’header HNAP_AUTH e la password generata consente di bypassare l’autenticazione.
- Iniezione di comandi: Una vulnerabilità nella funzione ‘SetVirtualServerSettings’ permette l’iniezione di comandi tramite il parametro ‘LocalIPAddress’, eseguendo il comando nel contesto del sistema operativo del router.
Fonte: SSD Secure Disclosure
Nel frattempo, è consigliato agli utenti del DIR-X4860 di disabilitare l’interfaccia di gestione remota del dispositivo per prevenire possibili sfruttamenti.
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