Editoriali
Belpietro rifila un “Dritto e Rovescio” ai giornaloni a cui nessuno crede più
Tempo di lettura: 3 minuti. Il mondo dell’informazione risulta essere in sofferenza nell’ultimo periodo diviso tra pandemia e conflitto ucraino.

C’è una forte sensazione tra i lettori che i giornalisti diffondono veline per lo più impartite dal governo o da organi internazionali rilevanti in diversi campi specifici.
Il problema alla base è che questo modo di fare, e cioè il raccontare un’unica versione, abbia creato maggior sfiducia negli italiani che hanno rinunciato ad acquisire informazioni sui media ordinari.
Tutti, o quasi, tranne quei pochi giornali o testate web che, invece di consolidare un segno positivo nella bilancia dei contatti sul web o dei lettori in edicola, offrono una narrazione molto diversa dalla voce a media unificati, che parte dalla radio e giunge fino al web passando per tv e giornali.
La cosa ancora più triste è che quando si incontrano le due voci in dibattito o c’è una sproporzione tra “bianchi e neri” oppure c’è l’opportunità di assistere alle solite strategie di delegittimazione degli interlocutori considerati “anomali” alla narrazione corrente.
Sarà per colpa della crisi, ma gli utenti della rete non sono più rilassati come un tempo, bensì hanno fame e rabbia agli occhi e questo deriva da anni di prescrizioni assurde ed atteggiamenti divisivi da parte del governo italiano con la compiacenza della stampa: colpevole di enfatizzare le divisioni sociali sui dibattiti. Quanto occorso ha fatto sì che si sviluppasse maggior memoria in coloro che avevano pensato o previsto qualcosa che in poco tempo si è avverata, ma sono stati derisi e diffamati con il gioco dell’etichettatura.
Matrice Digitale è stata più volte “superba” nel fornire i riscontri alle nostre notizie, perché si è trovata dall’altra parte di una narrazione propagandistica sulla guerra cibernetica o sui soprusi comunicativi che il governo ha svolto, unitamente a persone mediocri e compromesse su questioni di importanza nazionale come la pandemia e la guerra, ed ha utilizzato da subito il termine “propaganda occidentale” sul quale ha dedicato studi, analisi ed approfondimenti.
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A dare voce all’informazione controcorrente è stata la trasmissione TV Diritto e Rovescio, nella quale è emerso nel confronto a tra Fusani, Belpietro e Manca sulla questione del gas quanto noi abbiamo già denunciato con le notizie false sul tema diffuse da Jacoboni e Cottarelli.
Dinanzi alla verità dei fatti, che Belpietro ha affrontato in modo analitico con i suoi organi di stampa il perché della crisi del gas con molti mesi di anticipo, che anche un bambino avrebbe saputo farlo, i giornali più blasonati come Corriere e Repubblica hanno dato spazio a voci false, negandole volutamente a chi sosteneva il contrario, per poi prendere atto della crisi energetica quando è scoppiata. In questo frame è osservabile la scena di un gigante del giornalismo che impartisce lezioni a professionisti appena entrati nelle redazioni giornalistiche.
Dinanzi agli errori compiuti nel passato recente, non basta nemmeno la strategia del fare finta di niente e dare la notizia quando viene diffusa dagli organi ufficiali come nel caso della crisi del gas, l’economia di guerra o lo studio che promuove gli antinfiammatori, perché il pubblico chiede il conto visto che i tempi non sono più quelli di una volta e la gente che, ricordiamolo, ha perso il lavoro sia per la crisi sia per il greenpass in questo momento vive una crisi bellica senza trovarsi un proiettile in casa e gli viene riferito che dovrà razionare un bene energetico che pagherà 10 volte tanto.
Non basta più nemmeno sostenere che giornali come La Verità vengono letti meno di Repubblica o Corriere perché il trend “commerciale” è quello che conta e promuove un progetto editoriale rispetto agli altri.
Se La Verità macina in percentuale una crescita maggiore di Repubblica e Corriere messi insieme, significa che il pubblico sta premiando quella testata giornalistica e, se gli altri perdono, significa che vivono di rendita con lettori che preferiscono cercare notizie altrove, sugli stessi social dove non solo girano contenuti spesso falsi, ma dove è facile leggere la volontà sempre più persistente di chiedere il conto anche ai professionisti dell’informazione che hanno preferito fare una scelta di campo facile, perchè protetta dalla propaganda governativa, anzichè che sollevare dubbi facilitando la ricerca della verità.
Editoriali
Esperti sollecitano la consapevolezza cyber in risposta all’abuso e alla manipolazione crescente dell’IA
Tempo di lettura: 2 minuti. Gli esperti sottolineano l’importanza della consapevolezza cyber per contrastare l’abuso e la manipolazione dell’Intelligenza Artificiale.

I progressi tecnologici hanno permeato ogni aspetto della vita umana, vegetale e animale. Con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e della robotica, è possibile determinare la crescita e l’età degli alberi, aiutare le persone con disabilità a riguadagnare l’uso delle loro parti del corpo disabili e rintracciare e trovare animali vaganti. Nonostante i progressi e i progressi realizzati dall’IA, sono stati registrati diversi incidenti di manipolazione, abuso e disinformazione dell’IA.
Incidenti dell’IA
Il database degli incidenti dell’IA ha mostrato che il primo incidente risale al 2015, quando l’app YouTube Kids di Google ha esposto i bambini a contenuti inquietanti. Un altro incidente registrato nel febbraio 2023 riguardava Mohammed Khadeer, 35 anni, in India, le cui caratteristiche di riconoscimento facciale corrispondevano a quelle di un sospetto rapinatore di catene. Khadeer è stato presumibilmente torturato e ucciso in custodia di polizia a causa di questo errore. Nel maggio dello stesso anno, un avvocato, in un caso tra Mata vs Avianca Inc, si è affidato a ChatGPT per la ricerca in tribunale. L’IA ha portato alla luce casi giudiziari, che quando l’avvocato ha presentato, il tribunale ha stabilito che non esistevano e le citazioni erano false. Questo ha portato alla punizione dell’avvocato per aver citato casi falsi.
Chiamata all’azione
Di fronte a questi incidenti, uno dei “padrini” dell’IA, il premio Nobel per l’informatica, il professor Yoshua Benigo, ha dichiarato di sentirsi “perso nel suo lavoro di vita”. Benigo, insieme ad altri scienziati, ha firmato una lettera scritta dal Centre for AI Safety che avverte che l’IA potrebbe portare all’estinzione dell’umanità e causare eventi catastrofici come guerre nucleari e pandemie. Lo scienziato ha inoltre chiamato alla registrazione e alla formazione etica dei costruttori di IA.
Consigli per la sicurezza
Con la vulnerabilità degli strumenti di IA e robotica, gli esperti consigliano agli utenti di essere vigili per prevenire l’alimentazione di informazioni a coloro che potrebbero generare un prototipo. È importante la vigilanza e la consapevolezza nelle interazioni sui social media per prevenire la suscettibilità ai truffatori. Se non si fa nulla, gli impatti negativi dell’IA aumenteranno e supereranno i positivi.
Editoriali
Per uno spot da 4 soldi, il Garante Privacy ha escluso l’Italia dal tour Europeo di Chat GPT
Tempo di lettura: 3 minuti. Oltre al danno tecnico, la beffa istituzionale. Unico paese democratico al mondo ad aver preso le distanza dall’azienda di Altman. Che ha ricambiato subito

Sam Altman di OpenAI ha viaggiato per tutta l’Europa dimenticandosi di fare tappa nella splendida Italia che risulta tra le sue nazioni preferite come egli stesso ha dichiarato in occasione del contenzioso con il Garante Privacy.
Il capo di ChatGPT ha avviato una serie di lunghi viaggi in giro per il mondo incontrando i diversi governi saltando però il Bel Paese. Le riflessioni potrebbero anche essere molteplici, e la scelta di saltare il duo Italia e Vaticano ha indignato molti tecnici ed analisti del settore tra cui giornalisti che timidamente hanno ha avuto il coraggio di parlare delle presunte responsabilità sulla mancata visita nello stivale del nuovo Tycoon del mondo Big Tech.
Non c’è da stupirsi se però si considera che l’Italia sia stata l’unica nazione “democratica” a bloccare ChatGPT per un mese e questo assunto è stato più svolte smentito dall’Autorità Garante per la Protezione dei Dati del nostro paese nonostante la stampa internazionale ha sempre parlato di un blocco nei confronti dell’attività dell’intelligenza artificiale più famosa del mondo. Solo in Italia c’è stato chi da analista, da professionista e da giornalista ha spesso portato avanti la tesi che Chat GPT si fosse autoesclusa dal mercato perché in difetto.
Dopo un confronto tra le parti, a cui avrebbe partecipato addirittura lo stesso Altman come dichiarato dal comunicato vittorioso del Garante Privacy a suo tempo, oltre a stabilire quali fossero le richieste tecniche per conformare OpenAI al GDPR, la società doveva avviare una campagna informativa con lo stesso Garante su tutti i media per sensibilizzare le persone al trattamento dei dati in occasione dei nuovi quanto sconosciuti applicativi di intelligenza artificiale che stanno spopolando anche tra la massa. Ad oggi, a distanza di 15 giorni da quando sarebbe dovuta partire la campagna informativa, il 15 maggio 2023, non vi è traccia di pubblicità istituzionale su alcun media, ed oltre al clamore che più volte si è ritagliata l’Autorità Garante in giro per il mondo, quello che resta dell’evento è l’assenza di una tappa italiana dal tour di Sam Altman, ospitato in giro perl ‘Europa non di certo per parlare del GDPR.
I soldi della pubblicità valgono più delle visite Istituzionali
Quanto occorso in questi giorni non va assolutamente nella direzione di un buon lavoro svolto nei confronti di una nuova tecnologia da parte dell’unico organismo al mondo che ha da subito bloccato un applicativo con una inusitata velocità scaturita da un provvedimento urgente sottoscritto dal presidente del collegio, chiedendo tra l’altro in cambio dei soldi sottoforma di sanzione un investimento sotto forma di pubblicità istituzionale su cui non è stato nemmeno emesso un bando per la selezione dell’agenzia pubblicitaria nè tantomeno per la diffusione.
Una gestione politica di un evento che ha favorito i nostri competitor
Una gestione politica che può essere abbondantemente giudicata negativamente e che ha recato un danno di immagine al paese messo in secondo piano rispetto a Portogallo, Spagna, Germania, e Francia. Nonostante l’Italia sia una delle mete preferite dal CEO di OpenAI, Sam Altman ha fatto intendere che la sede europea del colosso chat GPT verrà aperta proprio in sotto la Torre Effeil. Se così fosse, l’attività del Garante della Privacy è stata utile a rafforzare la posizione concorrenziale di un paese estero con l’ingresso di nuovi investimenti di una delle società più solide al mondo dal punto di vista della crescita del proprio valore che avrebbe portato nuovi posti di lavoro.
Garante dei cittadini francesi?
Considerando che questo tipo di attività spesso ricorre all’interno del nostro paese , urge considerevolmente una posizione da parte del Governo di stabilire quelle che sono materie di interesse nazionale su cui dovrebbe scattare, magari con un provvedimento urgente, la verifica da parte di chi ha a cuore gli interessi nazionali nel settore strategico dell’economia globale. Forse solo così sarà chiaro a chi ricopre incarichi pubblici di onorare al meglio il proprio stipendio possibile grazie ai fondi dei contribuenti che individuano nella classe politica e nella classe dirigente da lei indicata, uno stakeholder delle proprie economie.
Editoriali
Robot e Diritti: il Confucianesimo Come Alternativa?”
Tempo di lettura: 2 minuti. Mentre i robot assumono ruoli sempre più importanti nel mondo, una nuova analisi propone una prospettiva diversa sui diritti dei robot, suggerendo un approccio confuciano.

La crescente presenza di robot nella nostra società ha aperto dibattiti significativi sulla loro condizione morale e legale. Tuttavia, concedere diritti ai robot potrebbe non essere l’idea più corretta. Un’analisi recente propone invece una prospettiva diversa, basata sul Confucianesimo.
Perché concedere Diritti ai Robot potrebbe non essere la soluzione
La ricerca, condotta da Tae Wan Kim, professore associato di Etica Aziendale alla Tepper School of Business dell’Università Carnegie Mellon (CMU), è stata pubblicata su Communications of the ACM, una rivista dell’Association for Computing Machinery. “Le persone sono preoccupate per i rischi legati alla concessione di diritti ai robot”, osserva Kim. “Ma riconoscere diritti non è l’unico modo per affrontare la questione morale dei robot. Potrebbe essere più efficace considerare i robot come portatori di riti, non di diritti.”
Confucianesimo come alternativa
Nonostante molti ritengano che rispettare i robot debba portare alla concessione di diritti, Kim sostiene un approccio diverso. Il Confucianesimo, un antico sistema di credenze cinese, si concentra sul valore sociale dell’armonia; gli individui diventano distintamente umani attraverso la capacità di concepire gli interessi non solo in termini di interesse personale, ma includendo anche una dimensione relazionale e comunitaria.
Considerando i robot, Kim suggerisce che l’alternativa confuciana di assegnare riti – o ciò che lui chiama “obblighi di ruolo” – ai robot sia più appropriata rispetto alla concessione di diritti. Il concetto di diritti è spesso avverso e competitivo, e un potenziale conflitto tra esseri umani e robot è preoccupante.
“Attribuire obblighi di ruolo ai robot favorisce il lavoro di squadra, stimolando la comprensione che questi obblighi debbano essere adempiuti in modo armonioso”, spiega Kim. “L’intelligenza artificiale (IA) imita l’intelligenza umana, quindi, perché i robot si sviluppino come portatori di riti, devono essere alimentati da un tipo di IA che può imitare la capacità umana di riconoscere ed eseguire attività di squadra. E una macchina può apprendere questa abilità in vari modi.”
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