Sicurezza Informatica
Italia, continuano gli attacchi DDoS. Si sveglia il CSIRT: ecco cosa fare.
Il sito della Polizia italiana risulta essere ancora offline dopo l’attacco DDoS di KillNet. Dopo un giorno di pathos nel mondo della cybersecurity il Computer Security Incident Response Team – Italia ha emanato un avviso dove mette in guardia dagli attacchi DDoS.
Anonymous attacca Killnet e vendica l’Italia: buttato giù il sito della Polizia di Mosca
Fa riflettere molto il fatto che la Russia non si sia mossa dagli attacchi hacker subiti dal collettivo Anonymous mentre, ancora una volta, un paese dell’Occidente emette avvisi per mettere in guardia dagli attacchi provenienti dall’ex regione sovietica.
“A seguito degli attacchi DDoS ai danni di soggetti nazionali e internazionali avvenuti a partire dall’11 maggio 2022, lo CSIRT ha intensificato il monitoraggio specifico della minaccia identificando attività di “probing” delle misure di protezione attive all’interno della constituency nazionale.
Tali attività, che al momento risultano di bassa intensità e che avrebbero avuto inizio almeno dalla data del 12 maggio u.s., potrebbero preludere a successive azioni di attacco DDoS con impatto sulla disponibilità dei servizi vittima.
In particolare le suddette attività sarebbero contraddistinte da:
- presenza di picchi di traffico UDP e TCP anomalo (in ogni caso superiore alla normale baseline di utilizzo delle risorse interessate);
- presenza di chiamate HTTP malformate (versione HTTP non valida, assenza del carattere CRLF);
- presenza di volumi anomali di chiamate provenienti da indirizzi IP appartenenti a servizi di anonimizzazione (rete Tor, proxy anonimi);
- presenza di chiamate riconducibili ad attacchi di tipo ICMP flood, SYN flood e TCP RST.
Azioni consigliate
In relazione a quanto rilevato, si raccomanda di innalzare il livello di monitoraggio delle anomalie nei servizi erogati della propria organizzazione in particolare se esposti su Internet e di attuare, oltre alle indicazioni già pubblicate da questo CSIRT, tutte le misure di prevenzione e mitigazione contro le principali tipologie di attacchi DDoS volumetrici (es. utilizzo di CDN, diversione del traffico), di frammentazione (es. packet/HTTP reconstruction), ad esaurimento di stato TCP e applicativo (es. hardening degli application server, utilizzo di Intelligent DDoS Mitigation System)“.
Casa fare per mitigare o eludere gli attacchi DDoS?
Azioni di mitigazione generali
Fermo restando l’opportunità di dotarsi di opportuni sistemi di protezione contro attacchi DDOS di tipo volumetrico, al fine di proteggere i propri sistemi da attacchi applicativi di tipo “Slow HTTP”, si consiglia di applicare le seguenti azioni di mitigazione:
- rifiutare le connessioni con metodi HTTP non supportati dall’URL;
- limitare l’intestazione e il corpo del messaggio a una lunghezza minima ragionevole. Per URL specifici, impostare limiti più severi e appropriati per ogni risorsa che accetta un body del messaggio;
- impostare un timeout di connessione assoluto, ove possibile, utilizzando le statistiche di connessione (ad es. un timeout leggermente maggiore della durata media delle connessioni dovrebbe soddisfare la maggior parte dei client legittimi);
- utilizzare un backlog di connessioni in sospeso. Esso consente al server di mantenere le connessioni che non è pronto ad accettare, bloccando di conseguenza un attacco Slow HTTP più ampio, oltre a dare agli utenti legittimi la possibilità di essere serviti sotto carico elevato. Se il server supporta un backlog, si consiglia di renderlo ragionevolmente grande in modo che il proprio server web possa gestire un attacco di lieve entità;
- definire la velocità minima dei dati in entrata e bloccare le connessioni che sono più lente della velocità impostata. Si evidenzia di fare attenzione a non impostare il valore minimo troppo basso per non bloccare le connessioni legittime;
- attivare gli strumenti di protezione da questa tipologia di attacco disponibili tramite dispositivi di sicurezza quali Web Application Firewall e Next Generation Firewall L7.
Azioni di mitigazione specifiche per prodotti
Di seguito si riportano le principali misure da adottare per prevenire e mitigare attacchi Slow HTTP ai danni dei principali web server al momento in utilizzo:
Apache
- l’uso delle direttive Limit e LimitExcept per eliminare le richieste con metodi non supportati dall’URL da solo non aiuta, perché Apache attende il completamento dell’intera richiesta prima di applicare tali direttive. Pertanto, utilizzare questi parametri insieme alle direttive LimitRequestFields, LimitRequestFieldSize, LimitRequestBody, LimitRequestLine, LimitXMLRequestBody a seconda dei casi. Ad esempio, è improbabile che l’app Web richieda un’intestazione di 8190 byte, una dimensione corporea illimitata o 100 intestazioni per richiesta, come la maggior parte delle configurazioni predefinite;
- impostare valori per le direttive TimeOut e KeepAliveTimeOut ragionevoli (ad es. il valore predefinito di 300 secondi per TimeOut è eccessivo per la maggior parte delle situazioni);
- aumentare il valore predefinito della direttiva ListenBackLog, utile quando il server non è in grado di accettare connessioni abbastanza veloci;
- aumentare la direttiva MaxRequestWorkers per consentire al server di gestire il numero massimo di connessioni simultanee;
- regolare la direttiva AcceptFilter, che è supportata su FreeBSD e Linux, e abilitare le ottimizzazioni specifiche del sistema operativo per un socket di ascolto in base al tipo di protocollo (ad es. il filtro httpready Accept memorizza nel buffer intere richieste HTTP a livello di kernel);
- prendere in considerazione l’utilizzo di moduli quali mod_reqtimeout per controllare aspetti quali timeout e minimum data rate per le richieste ricevute.
Nginx
- limitare i metodi accettati controllando la variabile $request_method;
- impostare in modo appropriato i parametri client_max_body_size, client_body_buffer_size, client_header_buffer_size, large_client_header_buffers;
- impostare i parametri client_body_timeout, client_header_timeout su valori ragionevolmente bassi.
- prendere in considerazione l’utilizzo di HttpLimitReqModule e HttpLimitZoneModule per limitare il numero di richieste o il numero di connessioni simultanee per una determinata sessione;
- configurare i worker_processes e worker_connections in base al numero di CPU/core, contenuto e carico. La formula da utilizzare è max_clients = worker_processes * worker_connections.
lighttpd
- limitare i metodi di richiesta utilizzando il campo $HTTP[“request-method”] nel file di configurazione per il modulo principale (disponibile dalla versione 1.4.19);
- usare il parametro server.max_request-size per limitare la dimensione dell’intera richiesta, incluse le intestazioni;
- impostare il parametro server.max-read-idle su un valore minimo ragionevole in modo che il server chiuda le connessioni lente.
IIS
- limitare gli attributi della richiesta attraverso l’utilizzo dell’elemento <RequestLimits>, in particolare gli attributi maxAllowedContentLength, maxQueryString e maxUrl;
- impostare l’elemento <headerLimits> per configurare il tipo e la dimensione dell’intestazione che il proprio server web può accettare;
- ottimizzare gli attributi connectionTimeout, headerWaitTimeout e minBytesPerSecond degli elementi <limits> e <WebLimits> per ridurre al minimo l’impatto degli attacchi Slow HTTP.
Sicurezza Informatica
Vulnerabilità RCE zero-day nei router D-Link EXO AX4800
Un gruppo di ricercatori di SSD Secure Disclosure ha scoperto una vulnerabilità critica nei router D-Link EXO AX4800 (DIR-X4860), che consente l’esecuzione di comandi remoti non autenticati (RCE). Questa falla può portare a compromissioni complete dei dispositivi da parte di aggressori con accesso alla porta HNAP (Home Network Administration Protocol).
Dettagli sulla vulnerabilità
Il router D-Link DIR-X4860 è un dispositivo Wi-Fi 6 ad alte prestazioni, capace di raggiungere velocità fino a 4800 Mbps e dotato di funzionalità avanzate come OFDMA, MU-MIMO e BSS Coloring. Nonostante sia molto popolare in Canada e venduto a livello globale, il dispositivo presenta una vulnerabilità che può essere sfruttata per ottenere privilegi elevati e eseguire comandi come root.
La vulnerabilità è presente nella versione firmware DIRX4860A1_FWV1.04B03. Gli aggressori possono combinare un bypass di autenticazione con l’esecuzione di comandi per compromettere completamente il dispositivo.
Processo di sfruttamento
Il team di SSD ha pubblicato un proof-of-concept (PoC) dettagliato che illustra il processo di sfruttamento della vulnerabilità:
- Accesso alla porta HNAP: Solitamente accessibile tramite HTTP (porta 80) o HTTPS (porta 443) attraverso l’interfaccia di gestione remota del router.
- Richiesta di login HNAP: Un attacco inizia con una richiesta di login HNAP appositamente creata, che include un parametro chiamato ‘PrivateLogin’ impostato su “Username” e un nome utente “Admin”.
- Risposta del router: Il router risponde con una sfida, un cookie e una chiave pubblica, utilizzati per generare una password di login valida per l’account “Admin”.
- Bypass dell’autenticazione: Una successiva richiesta di login con l’header HNAP_AUTH e la password generata consente di bypassare l’autenticazione.
- Iniezione di comandi: Una vulnerabilità nella funzione ‘SetVirtualServerSettings’ permette l’iniezione di comandi tramite il parametro ‘LocalIPAddress’, eseguendo il comando nel contesto del sistema operativo del router.
Fonte: SSD Secure Disclosure
Nel frattempo, è consigliato agli utenti del DIR-X4860 di disabilitare l’interfaccia di gestione remota del dispositivo per prevenire possibili sfruttamenti.
Sicurezza Informatica
SEC: “notificare la violazione dei dati entro 30 giorni”
Tempo di lettura: 2 minuti. La SEC richiede alle istituzioni finanziarie di notificare le violazioni dei dati agli individui interessati entro 30 giorni
La Securities and Exchange Commission (SEC) ha adottato emendamenti al Regolamento S-P, obbligando le istituzioni finanziarie a divulgare gli incidenti di violazione dei dati agli individui interessati entro 30 giorni dalla scoperta. Questi emendamenti mirano a modernizzare e migliorare la protezione delle informazioni finanziarie individuali dalle violazioni dei dati e dall’esposizione a parti non affiliate.
Dettagli delle modifiche al Regolamento S-P
Il Regolamento S-P, introdotto nel 2000, stabilisce come alcune entità finanziarie devono trattare le informazioni personali non pubbliche dei consumatori, includendo lo sviluppo e l’implementazione di politiche di protezione dei dati, garanzie di riservatezza e sicurezza, e protezione contro minacce anticipate. Gli emendamenti adottati questa settimana coinvolgono vari tipi di aziende finanziarie, tra cui broker-dealer, società di investimento, consulenti per gli investimenti registrati e agenti di trasferimento.
Principali cambiamenti introdotti
- Notifica agli individui interessati entro 30 giorni: Le organizzazioni devono notificare agli individui se le loro informazioni sensibili sono state o potrebbero essere state accessibili o utilizzate senza autorizzazione, fornendo dettagli sull’incidente, sui dati violati e sulle misure protettive adottate. L’esenzione si applica se le informazioni non sono previste causare danni sostanziali o inconvenienti agli individui esposti.
- Sviluppo di politiche e procedure scritte per la risposta agli incidenti: Le organizzazioni devono sviluppare, implementare e mantenere politiche e procedure scritte per un programma di risposta agli incidenti, includendo procedure per rilevare, rispondere e recuperare da accessi non autorizzati o dall’uso delle informazioni dei clienti.
- Estensione delle regole di salvaguardia e smaltimento: Queste regole si applicano a tutte le informazioni personali non pubbliche, comprese quelle ricevute da altre istituzioni finanziarie.
- Documentazione della conformità: Le organizzazioni devono documentare la conformità con le regole di salvaguardia e smaltimento, escludendo i portali di finanziamento.
- Allineamento della consegna annuale dell’avviso sulla privacy con il FAST Act: Questo prevede esenzioni in determinate condizioni.
- Estensione delle regole agli agenti di trasferimento registrati presso la SEC o altre agenzie regolatrici.
Implementazione e tempistiche
Gli emendamenti entreranno in vigore 60 giorni dopo la pubblicazione nel Federal Register, la rivista ufficiale del governo federale degli Stati Uniti. Le organizzazioni più grandi avranno 18 mesi per conformarsi dopo la pubblicazione, mentre le entità più piccole avranno due anni.
Implicazioni e obiettivi
Questi aggiornamenti rappresentano una risposta alla trasformazione significativa della natura, scala e impatto delle violazioni dei dati negli ultimi 24 anni. Gary Gensler, presidente della SEC, ha dichiarato che questi emendamenti forniscono aggiornamenti cruciali a una regola adottata per la prima volta nel 2000, contribuendo a proteggere la privacy dei dati finanziari dei clienti.
Inoltre, la SEC ha introdotto nuove regole a dicembre, richiedendo a tutte le società pubbliche di divulgare eventuali violazioni che abbiano influito materialmente o che siano ragionevolmente probabili influire materialmente sulla strategia aziendale, sui risultati operativi o sulla condizione finanziaria.
Sicurezza Informatica
Kinsing sfrutta nuove vulnerabilità per espandere botnet cryptojacking
Tempo di lettura: 2 minuti. Il gruppo Kinsing sfrutta nuove vulnerabilità per espandere la botnet di cryptojacking, prendendo di mira sistemi Linux e Windows.
Il gruppo di cryptojacking Kinsing ha dimostrato la capacità di evolversi e adattarsi rapidamente, integrando nuove vulnerabilità nel proprio arsenale per espandere la botnet. Questi attacchi, documentati da Aqua Security, mostrano come Kinsing continui a orchestrare campagne di mining di criptovalute illegali dal 2019.
Campagne e vulnerabilità sfruttate
Kinsing utilizza il malware noto come H2Miner per compromettere i sistemi e inserirli in una botnet di mining di criptovalute. Dal 2020, Kinsing ha sfruttato varie vulnerabilità, tra cui:
- Apache ActiveMQ, Log4j, NiFi
- Atlassian Confluence
- Citrix, Liferay Portal
- Linux
- Openfire, Oracle WebLogic Server, SaltStack
Oltre a queste vulnerabilità, Kinsing ha utilizzato configurazioni errate di Docker, PostgreSQL e Redis per ottenere l’accesso iniziale ai sistemi, trasformandoli poi in botnet per il mining di criptovalute.
Metodi di attacco e infrastruttura
L’infrastruttura di attacco di Kinsing si suddivide in tre categorie principali: server iniziali per la scansione e lo sfruttamento delle vulnerabilità, server di download per lo staging dei payload e degli script, e server di comando e controllo (C2) che mantengono il contatto con i server compromessi. Gli indirizzi IP dei server C2 risolvono in Russia, mentre quelli utilizzati per scaricare script e binari si trovano in paesi come Lussemburgo, Russia, Paesi Bassi e Ucraina.
Strumenti e tecniche di evasione
Kinsing utilizza diversi strumenti per sfruttare i server Linux e Windows, inclusi script shell e Bash per i server Linux e script PowerShell per i server Windows. Il malware disabilita i servizi di sicurezza e rimuove i miner rivali già installati sui sistemi. Le campagne di Kinsing mirano principalmente alle applicazioni open-source, con una preferenza per le applicazioni runtime, i database e le infrastrutture cloud.
Categorie di programmi utilizzati
L’analisi dei reperti ha rivelato tre categorie distinte di programmi utilizzati da Kinsing:
- Script di Tipo I e Tipo II: utilizzati dopo l’accesso iniziale per scaricare componenti di attacco, eliminare la concorrenza e disabilitare le difese.
- Script ausiliari: progettati per ottenere l’accesso iniziale sfruttando vulnerabilità e disabilitando componenti di sicurezza specifici.
- Binari: payload di seconda fase che includono il malware principale Kinsing e il crypto-miner per minare Monero.
Prevenzione e misure proattive
Per prevenire minacce come Kinsing, è cruciale implementare misure proattive come il rafforzamento delle configurazioni di sicurezza prima del deployment. Proteggere le infrastrutture cloud e i sistemi runtime può ridurre significativamente il rischio di compromissioni.
Il gruppo Kinsing continua a rappresentare una minaccia significativa nel panorama della sicurezza informatica, dimostrando la capacità di adattarsi e sfruttare rapidamente nuove vulnerabilità. La protezione contro queste minacce richiede misure di sicurezza robuste e aggiornamenti continui delle configurazioni di sistema.
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