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Inchieste

L’Italia ha già un Antivirus nazionale da 20 anni, ma preferisce quelli stranieri o “alleati”

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Il dibattito di questi giorni su Kaspersky ha mostrato al mondo IT italiano che non c'è bisogno di essere esterofili per scegliere un antivirus “alleato” perché una realtà italiana esiste, seppur sia dimenticata da alcuni esperti che quotidianamente si impongono sui a colpi di pareri personali. E' classe 1992 ed ha le sue radici nel Veneto, quello padovano ed è sviluppato dalla società TG Soft.

In un periodo dove c'è la caccia al russo, dal software antivirus alle opere di Dostoevskij, è plausibile diffidare dai russi non perché siano cattivi o pericolosi a prescindere, ma perché è possibile che siano costretti a cedere alle pressioni del governo che, come per quello cinese od arabo, avrebbe tutti gli strumenti per convincere onesti lavoratori ed imprenditori a fornirgli le informazioni di cui avrebbe bisogno.

Se consideriamo che oggi i russi sono nostri nemici, disinstallare un software di quella nazione per metterne uno di un'altra nazione non risolve il problema per un motivo logico: ogni amico o alleato, un domani potrà diventare nemico. La curiosità di conoscere un competitor italiano dei marchi internazionali più noti al grande pubblico è un'occasione ghiotta per mostrare il made in italy di un settore, quello cibernetico, sempre più esterofilo e subordinato a società internazionali.

La società TG Soft produce il software antivirus Virit dal 1992 ed abbiamo iniziato su piattaforma DOS” racconta a matrice l'ing Enrico Tonello. Proprio il fatto di aver iniziato a sviluppare software con una piattaforma esigente di un codice compatto a causa dei suoi limiti di spazio “ci ha aiutato negli anni a garantire minore invasività del prodotto negli ecosistemi sempre più complessi degli SO di ultima generazione”.

Se dovessimo fare una comparativa con altri prodotti presenti sul , l'Antivirus made in Italy “fornisce tutti i servizi compresi eccetto quello del Firewall, che abbiamo abbandonato da quando ha inserito quello di default. Vorremmo espanderci e poter ritornare a fornire questo segmento, passando da 10 unità lavorative a 20, ma è difficile trovare in del personale qualificato, o almeno appassionato, nell'analisi inversa (reverse engeenering) dei codici malevoli di nuova concezione/realizzazione che, in quanto tali, non vengono, generalmente ancora riconosciuti da alcun AV se non in forma, a volte, “fortunosamente” generica. C'è penuria di quella sana mentalità dedita alla ed allo studio dei fenomeni”.

Dal punto di vista tecnico, invece, l'approccio è quello duplice e precisamente “di tipo euristico comportamentale per quanto riguarda l'identificazione, a cui abbina le firme di tutti gli oggetti informatici malevoli conosciuti”.

La TG Soft dal 2005 in poi si è costruita, progressivamente un'ottima reputazione internazionale. Molti ricorderanno che è stata tra le prime al mondo a scoprire i rootkit, identificandoli come file malevoli, supportando la comunità informatica ed il mercato con un sistema di rilevamento e rimozione. Nel 2015, tra i documenti evidenziati dal caso Snowden sulla (National Security Agency), emergeva che l'agenzia di americana aveva preso in considerazione alcuni software antivirus, tra cui quello della TG Soft, per fare reverse engineering nell'anno 2008. Coincidenza ha voluto che fosse l'anno della scoperta del rootkit come strumento malevolo da parte dell'azienda veneta.

A volte bisogna confrontare le date dello sviluppatore delle patch e del loro rilascio per capire le dinamiche e scoprire con il senno di poi se il nostro lavoro sia servito alla comunità informatica di cui siamo parte”.

Tra le varie scoperte, racconta l'ingegner Tonello, “un software RAT che aveva lo scopo di captare le credenziali per l‘accesso agli uffici anagrafi dei comuni, ne abbiamo 800 di dimensioni medio piccole, con l'obiettivo di accedere ai dati degli italiani all'estero con il fine, probabilmente, di trovare un modo per sfruttarli nello “sbilanciare”, il voto in Italia o per altre attività illecite”.

La tecnologia di TG Soft impiegata in Virit, disponibile su piattaforma Windows, ha una capacità di blocco del processo di criptazione di un / Crypto-Malware in meno di un decimo di secondo “un buon tempo se consideriamo che la cifratura può arrivare anche a 1000 files al secondo come annunciato dalla Ransomware Gang Lockbit”.

Vir.IT eXplorer viene costantemente aggiornato dai ricercatori della TG Soft per far fronte alle minacce realmente circolanti (in the Wild) in Italia e nel mondo e certificato:

  • Opswat {San Francisco US} piattaforma multiscansore di cui VirIT è partner tecnologico dal 2012 ed ha scalato nel tempo progressivamente le certificazioni: 2012 Bronze; 2016 Silver; 2018 Gold; 2020 PLATINUM;
  • VB100 {London } con oltre 28 certificazioni bimestrali superate;
  • ICSALabs {Seattle US} powered Verizon con l'attestazione di aver superato con il massimo punteggio tutti i test di certificazione negli ultimi 5 anni;
  • AppEsteem {Seattle US} Dal 2019 supera con continuità e con il massimo punteggio la Certificazione Deceptor Fighter;
  • L'inserimento nel 2021 in VirusTotal la piattaforma multiscansore di .

Tonello, spiega che, naturalmente, per un Antivirus, come per qualsiasi altro software, la sua efficacia ed efficienza è sub-ordinata ai 4 dogmi del buon uso:

  • correttamente INSTALLATO su TUTTI i PC come anche sul/i Server anche se non dovessero essere utilizzati per la navigazione WEB;
  • correttamente CONFIGURATO;
  • correttamente AGGIORNATO;
  • e correttamente UTILIZZATO.

Seguire alla lettera il vademecum, permette a qualsiasi software di rendere disponibili al meglio le proprie potenzialità operative e a Vir.IT eXplorer PRO di salvare i file bloccando la cifratura nella fase iniziale dell'.

Nel mondo del private equiting e del Capital Venture, un dubbio sovviene su una eventuale offerta di giunta alla società “si sono interessate al nostro prodotto anche in epoca abbastanza recente, ma analizzando le più recenti acquisizioni di software antivirus, siamo arrivati alla conclusione che le offerte giunte non sono commisurate al valore della nostra tecnologia. Guardiamo con attenzione all'attuale scenario cibernetico italiano come una opportunità di crescita, siamo aperti a qualsiasi collaborazione, in particolare con soggetti istituzionali per mettere le nostre competenze al servizio del sistema Paese, come anche ad eventuali proposte di collaborazione/acquisizione da parte di società nazionali o europee per lo sviluppo di tecnologie di difesa cybernetica per l'Italia e non solo. Sono passati 30 anni ed anche noi siamo partiti da un sottoscala, ma a differenza di altre realtà formatesi fuori dall'Italia, non abbiamo avuto a disposizione gli stessi strumenti di crescita finanziaria di cui si sente in giro con grande enfasi”.

Sul perché la sua azienda sia poco considerata dalla che conta, l'ing. Tonello non risponde, anche se traspare quell'impressione di voler dire che essere lavoratori, con meriti professionali riconosciuti in giro per il mondo, non è un requisito minimo o necessario per essere presi in considerazione nel nostro Bel Paese.

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Inchieste

La CIA sotto accusa aiutata da NewsGuard nella narrazione sull’origine del COVID-19

Tempo di lettura: 2 minuti. La CIA e NewsGuard sotto accusa: nuove rivelazioni sollevano dubbi sulla narrazione ufficiale dell’origine del COVID-19.

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In una recente rivelazione che potrebbe gettare nuova luce sull'origine della pandemia di COVID-19, un alto ufficiale della CIA ha accusato l'agenzia di aver tentato di manipolare le testimonianze di alcuni analisti per sostenere la teoria della trasmissione del virus dagli animali agli esseri umani, piuttosto che dalla fuga da un laboratorio a Wuhan, in . Questa accusa, riportata dal New York Post, è stata confermata da una lettera inviata al direttore della CIA, William Burns, e ha sollevato nuove domande sulla credibilità delle informazioni fornite dall'agenzia.

Il ruolo di NewsGuard

In questo contesto, è importante sottolineare il ruolo svolto da NewsGuard, una che si occupa di monitorare e valutare la veridicità delle notizie pubblicate online. Secondo una condotta da Matrice , NewsGuard ha avuto un ruolo significativo nell'avallare la narrazione ufficiale sull'origine del virus, etichettando come false le notizie che sostenevano la teoria della creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan.

Critiche e controversie

La redazione di Matrice Digitale ha criticato aspramente l'approccio di NewsGuard, accusandola di aver creato una lista di proscrizione delle testate giornalistiche che diffondevano notizie contrarie alla narrazione ufficiale, e di aver ignorato altre informazioni false e fuorvianti circolate in merito alla pandemia. Questa situazione ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e al diritto all', con Matrice Digitale che sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle agenzie di controllo delle notizie.

Questioni politiche e di credibilità

L'inchiesta di Matrice Digitale mette in luce anche le divergenze tra le narrazioni politiche negli Stati Uniti riguardo all'origine del virus, con il Partito Democratico che sostiene la teoria della trasmissione zoonotica, mentre il Partito Repubblicano sospetta una creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan. In questo scenario, la credibilità di NewsGuard viene messa in discussione, con accuse di favoritismo politico e mancanza di obiettività nella valutazione delle notizie.

In conclusione, le recenti rivelazioni sulla possibile manipolazione delle informazioni da parte della CIA, insieme alle critiche mosse a NewsGuard, sollevano seri dubbi sulla veridicità delle informazioni circolate finora riguardo all'origine del COVID-19. È evidente che la questione richiede ulteriori indagini e una maggiore trasparenza da parte delle agenzie coinvolte. Prima della CIA, anche dall'FBI erano giunte indiscrezioni sull'origine artificiale del virus.

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Inchieste

Vinted, come ottenere merce e rimborso: “il tuo capo è falso”

Tempo di lettura: 2 minuti. Una lettrice condivide la sua esperienza di truffa su Vinted, evidenziando i rischi delle vendite online e la necessità di maggiore protezione per gli utenti.

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Le truffe online sono in aumento, e le piattaforme di vendita tra privati come Vinted diventano spesso il terreno di gioco per chi cerca di ingannare. Una lettrice ha deciso di condividere con noi la sua esperienza, sperando di mettere in guardia altri e partecipando attivamente allo spirito di collaborazione che Matrice ha nei confronti dei lettori e della Pubblica Autorità.

La truffa in dettaglio

Dopo aver messo in vendita una sciarpa autentica di Louis Vuitton, la nostra lettrice ha inviato l'articolo a un'acquirente in . Nonostante avesse fornito prove fotografiche dell'autenticità, l'acquirente ha sostenuto che l'articolo fosse falso, ottenendo un rimborso e trattenendo la sciarpa. La foto dell'acquirente sia da monito per evitare di vendere merce senza ottenere soldi e reso.

La piattaforma Vinted e la sua risposta

Nonostante i numerosi tentativi di contatto, Vinted ha risposto una sola volta, sottolineando la sua contro la vendita di falsi. Successivamente, ogni tentativo di è stato ignorato, e l'acquirente ha bloccato la nostra lettrice che continua a mandare tre messaggi al giorno di media all'assistenza dell'azienda intermediaria già nota per essere terreno fertile di truffe ai danni di compratori e venditori onesti.

Un modus operandi diffuso

La online ha rivelato che molti altri utenti hanno subito truffe simili su Vinted. Dichiarare un prodotto come “falso” sembra essere una tattica comune tra i truffatori. Sia chiaro, il lettore non prenda questa strategia come consiglio, ma duole segnalare che è un dato di fatto. Un capo rotto è stato anche oggetto di un'altra truffa simile già raccontata dalla redazione.

L'inerzia delle autorità

La vittima ha cercato aiuto presso la Polizia Postale e la Guardia di . Tuttavia, le mani delle autorità erano legate a causa della residenza estera sia di Vinted che dell'acquirente.

Il prezzo della giustizia

La nostra lettrice ha valutato anche una opzione legale, ma i costi proibitivi di una causa internazionale hanno reso questa strada impraticabile. Lo stesso motivo che ha fatto desistere Matrice Digitale dal fare una causa a Google dopo l'ingiustificato ban del suo canale YouTube

Riflessioni finali

Questa testimonianza evidenzia la necessità per le piattaforme come Vinted di adottare misure più rigorose per proteggere i propri utenti. Nel frattempo, è fondamentale che gli utenti siano sempre vigili e informati quando operano online: il passa parola non sulle abitudini da osservare, bensì sulle truffe del momento, è fondamentale per anticipare le mosse dei criminali. Ecco tutte le inchieste su Vinted realizzate da Matrice Digitale: i prossimi potreste essere voi.

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Inchieste

Vinted, how to get goods and refund: “your luxury dress is fake”

Tempo di lettura: 2 minuti. A reader shares her experience of being scammed on Vinted, highlighting the risks of online sales and the need for more protection for users.

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Online scams are on the rise, and B2B sales platforms such as Vinted often become the playground for those seeking to deceive. One reader decided to share her experience with us, hoping to warn other users and actively participate in the spirit of cooperation that Digital Matrix has with readers and the Public Authority.

The scam in detail

After listing an authentic Louis Vuitton scarf for sale, our reader sent the item to a buyer in France. Despite providing photographic evidence of authenticity, the buyer claimed the item was fake, getting a refund and keeping the scarf. Let the buyer's photo be a warning to avoid selling merchandise without getting money and returns.

The Vinted platform and its response

Despite numerous attempts to contact them, Vinted responded only once, emphasizing its policy against selling fakes. Subsequently, every attempt at communication was ignored, and the buyer blocked our reader who continues to send an average of three messages a day to the intermediary company's support, which is already known to be a breeding ground for scams against honest buyers and sellers.

A widespread modus operandi

Online research has revealed that many other users have experienced similar scams on Vinted. Declaring a product as “fake” seems to be a common tactic among scammers. Let me be clear, the reader does not take this strategy as advice, but it pains to report that it is a fact. A broken garment was also the subject of another similar scam already recounted by the editorial staff.

The inaction of the authorities

The victim sought help from the Postal Police and the Guardia di . However, the hands of the authorities were tied because of the foreign residence of both Vinted and the buyer.

The price of justice

Our reader also considered a legal option, but the prohibitive costs of an international lawsuit made this route impractical. The same reason that put off Digital Matrix from suing after the unjustified banning of its channel

Final reflections.

This testimony highlights the need for platforms like Vinted to take stronger measures to protect their users. In the meantime, it is crucial for users to be vigilant and informed at all times when operating online: word of mouth not about the habits to observe, but rather the scams of the moment, is key to anticipating the moves of criminals. Here are all the inch

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