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Editoriali

L’Enisa conferma le analisi di Matrice Digitale sulla guerra cibernetica

Tempo di lettura: 2 minuti. L’Ente europeo si sveglia tardi, ma avalla la tesi della guerra cibernetica russa più tecnica e che necessità l’aumento degli standard nei 27 paesi UE

Tempo di lettura: 2 minuti.

L’Enisa, il principale ente europeo sulla sicurezza informatica, descrive la guerra cibernetica vista fino ad oggi come un rischio inesploso. Sono stati 106 gli attacchi informatici registrati e tutti ritenuti moderati nel rischio, mentre Microsoft ne ha registrati 250.

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A parlare è addirittura il numero uno, Juhan Lepassaar, che assolve i russi dalla mediocrità del conflitto cibernetico salvo pontificare l’attacco a ViaSat e che c’è bisogno di correre ai ripari con una certificazione Europea che aumenti lo standard della sicurezza informatica.

Lepassar ha ragione da vendere, ma arriva tardi. Negli Stati Uniti ci sono state diverse sirene sulla pericolosità degli attacchi russi ed in Europa ci sono stati alcuni campanelli d’allarme di cani sciolti che hanno messo in guardia non solo dalla pericolosità dei russi sulla catena di fornitura industriale, sempre costante attraverso le ransomware gang da sempre impegnate nel creare problemi e nell’estorcere i soldi alle aziende dei paesi ricchi. Alcuni hanno anche preso le distanze dall’informazione gestita, a loro dire, dalle società informatiche che hanno avuto tutto l’interesse nell’enfatizzare le gesta di Anonymous e Killnet per motivi commerciali e di attenzione sul settore.

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Tutte tranne Matrice Digitale, che vi ha schiaffato la realtà da subito:

la guerra cibernetica è fuffa. Le attività di Anonymous e Killnet sono di propaganda.

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A differenza di Enisa, però, non abbiamo il dovere di rassicurare i cittadini europei e affermiamo che l’unico caso di Guerra Cibernetica, intesa come supporto alle attività militari, è stato il caso di Viasat con il suo Wiper che ha disattivato le comunicazioni satellitari ucraini il giorno 24 febbraio.

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Altra ammissione non voluta è il fatto che Juhan Lepassaar abbia ravvisato la necessità di elevare lo standard informatico. Gli attacchi schierati dai russi, seppur di moderato rischio, sono stati forieri di una corsa agli armamenti informatici da parte di tutto il mondo occidentale. E lo farà insieme ad una partnership pubblica e privata che dovrà calcolare l’indice di sicurezza informatica dei singoli 27 paesi aderenti alla Zona Euro secondo parametri “di capacità dei diversi settori industriali a quella degli Stati membri, dalla valutazione degli effetti delle politiche comunitarie ai livelli di affidabilità

Quindi le difese europee devono uniformarsi alla capacità di offesa dei russi che non si è dimostrata così arretrata ed inaspettatamente impreparata. Questo era già chiaro, così come il massimo esperto europeo di sicurezza informatica non ha parlato delle false flags che il mondo della cyberwarfare sta vivendo adesso.

Non solo i russi come rischio dell’Europa, ma cinesi, iraniani e scarsa considerazione alle incursioni degli alleati. Chissà se devono passare altri 3 mesi per ascoltare queste notizie dall’ENISA.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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