Connect with us

Inchieste

La propaganda occidentale ha perso: ecco le armi “spuntate” messe in campo dai media

Pubblicato

in data

Tempo di lettura: 11 minuti.

L’informazione può fare molti danni ed il caso Tortora lo ha dimostrato già a suo tempo in modo esauriente. Quanto osservato fino ad oggi della guerra tra Russia e Ucraina non è altro che una strategia coordinata e cross mediale per spingere determinate informazioni con una finalità di legittimazione popolare verso le scelte del Governo.

Nessuno può negare l’orientamento dell’esecutivo Draghi, la storia professionale e curriculare del premier è eloquente, ma l’Italia ha dimostrato molta maturità nei confronti di una attività nemmeno camuffata della stampa che ha deciso da subito l’indirizzo editoriale da seguire perdendo ulteriori consensi e regalando nuovi utenti ai gruppi Telegram o ai social come Twitter , utilizzato dagli stessi giornalisti come fonte di notizie, e TikTok dove si annida spesso la disinformazione.

L’informazione sul conflitto russo ucraino ha vissuto fino ad oggi tre fasi:

  • Chiusura totale e censura
  • Apertura a pensieri dissidenti
  • Equilibrio

Proviamo a dare una lettura analitica sulle tesi che motivano questa classificazione temporale dell’informazione nei primi 60 giorni di guerra, usando come riferimento fatti che si sono manifestati nel mondo in coincidenza con molte delle linee politiche e programmatiche dettate da soggetti esterni al BelPaese.

L’inizio della propaganda occidentale

In primo luogo, scoppiata la guerra, si è chiuso da subito il perimetro delle informazioni provenienti dalla Russia soprattutto quando sono iniziate le prime sanzioni ed è stata individuata la strategia da parte della NATO di descrivere il nemico, unitamente ai suoi fedelissimi oligarchi, come un animale, criminale e indegno di avere a che fare con l’Occidente.

Il primo effetto, scaturito dalla primissima censura verso la libertà di espressione attuata dall’Unione Europea verso le redazioni russe, è stato quello dell’allontanamento delle voci e dei pareri di tutti coloro che non erano d’accordo con la narrativa intrapresa dalla diplomazia atlantica. Tra i vari esempi c’è quello della sospensione dei collegamenti da Mosca motivati dall’introduzione della legge che prevede 15 anni di carcere per chi formula considerazioni non in linea con il Cremlino e che ha necessitato di una tutela preventiva dei giornalisti impegnati sul suolo russo.

Tutti noi conosciamo la storia della giornalista russa che ha esibito un cartello “blasfemo“, perchè controcorrente, nella televisione gestita dal Governo di Putin dove lavorava ed è stata posta in stato di fermo dalle Autorità Russe, le quali hanno comminato una multa salatissima considerando gli standard dei salari del paese. L’evento più interessante di questa storia, però, è stato l’epilogo: la giornalista non è in carcere e collabora attualmente con un giornale tedesco dove scrive quello che le pare.

Questo non vuol dire, sia chiaro, dimenticare le vittime che il governo di Mosca ha totalizzato nel tempo e che lo collocano tra i primi posti con le 300 “penne” spezzate in 15 anni, ma non si può non evidenziare che il problema non fosse la “salute” dei giornalisti inviati dall’estero, bensì altro.

Quell’altro è rappresentato dal fatto che l’isolamento della Russia, ha fornito agli occidentali un’unica scena narrata secondo le veline di alcune agenzie internazionali che ancora oggi traggono spunto dalle fonti dell’intelligence Ucraina.

Un passaggio sui servizi segreti ucraini è dovuto per aiutare a comprendere come spesso la comunicazione sia gestita in guerra dall’intelligence e non esclusivamente dai giornalisti che hanno l’obbiettivo di raccontare quello che vedono. Il presidente Zelensky ha emendato nel pacchetto di leggi marziali del suo paese anche un regolamento che assegna la comunicazione del governo ad una associazione americana inserita da tempo sul suolo ucraino. Non è escluso che le comunicazioni ai media atlantici siano filtrati dalle due agenzie dei paesi coinvolti attivamente nel conflitto: Inghilterra e USA

Guarda caso da quando sono scoppiati i primi tafferugli del 2014, leggi qui la notizia.

In un momento dove l’occidente non aveva voci alternative e dove molti si sono dovuti affidare ai canali Telegram e addirittura alla cinese TikTok per avere un informazione non censurata, la qualità delle informazioni non sempre è eccellente.

L’informazione italiana ha seguito in modo coordinato la politica editoriale presente sui maggiori social occidentali: censura totale, stretta sui profili, algoritmi di visibilità potenziati più per l’asse Nato-Ucraina-Europa. Per indurre molti creatori di contenuti ad osservare questo suggerimento, liberi da logiche editoriali perché imprenditori di se stessi sul web, si è da subito colpita la monetizzazione dei contenuti considerati controversi ed è facile intuire il parametro di valutazione dello status “controverso” se le aziende hanno residenza legale negli USA.

Questa operazione ha sortito due effetti:

  • Meno contenuti sul tema di non giornalisti perché impauriti da penalizzazioni e mancati guadagni
  • Con l’esclusione delle testate russe dai social, si è imbottigliata la comunicazione e la promozione di informazioni pilotate sull’asse atlantico, creando così una voce unica sulla narrazione della guerra.

Nonostante la partita fosse chiusa, ci hanno pensato gli stessi media ed i stessi giornalisti a commettere dei gravi errori che ne hanno pregiudicato la propria reputazione:

  • Negare l’esistenza del Battaglione Azov, con addirittura articoli di vecchia data cancellati dai siti, come nel caso de La Stampa.
  • Negare l’esistenza di un fronte ultranazionalista con simbologia nazista che da tre anni conviveva con un presidente di origine ebraica, che ne ha accolto in parte nell’esercito che utilizza anche esso simboli che ricordano le stagioni del Reich.
  • Negare gli interessi diretti del presidente degli Stati Uniti in Ucraina con il figlio a rappresentarlo
  • Negare l’esistenza di una forte attività americana sul territorio da anni con sovvenzionamenti di media e associazioni di protesta
  • Utilizzare video “fake” della guerra
  • Utilizzare frame di videogiochi per descrivere bombardamenti e azioni belliche in corso
  • Qualche scivolone in tv come quello dell’Annunziata o dei giornalisti inviati che mimavano una corsa ai ripari da finti scoppi o attacchi aerei.
  • L’annuncio ripetuto della fine degli armamenti russi dopo appena 10 giorni. Ad oggi siamo ancora in guerra.
  • Lo sminuire che ci sarebbero stati problemi di natura economica per gli italiani (dai sacrifici sui pochi gradi dei condizionatori, siamo arrivati in meno di una settimana con l’inflazione alle stelle e aumenti vertiginosi di benzina e bollette).
  • Aver sponsorizzato la cancel culture nei confronti della Russia
  • Nascondere l’esistenza della propaganda Ucraina e dell’Occidente

La lista non è completa, sfugge sicuramente qualcosa, ma è già abbastanza lunga per rendere l’idea di tutti gli errori commessi dall’informazione nella prima fase della guerra. Errori che non sono passati inosservati ad un popolo già tramortito, sedotto e tradito in occasione del COVID. D’altronde la pandemia è sempre stata considerata una “guerra contro un nemico invisibile” e chi non seguiva la linea imposta dallo stato “per vincere insieme“, era considerato un nemico della collettività.

Il Papa “filoputin” che ha salvato la diversità dell’informazione

Tra le persone ostili della stampa “Atlantica” è finito anche Papa Francesco che ha rotto il muro di censura e propaganda eretto dall’Occidente per giustificare ogni scelta strategica indirizzata sempre più verso uno scontro bellico.

Attaccare il massimo esponente della chiesa cattolica non è ancora permesso oggi, ma molti hanno pensato che sarebbe stato meglio ignorarlo quando si “è vergognato dell’aumento delle spese militari” . Paolo Liguori e Piero Sansonetti hanno denunciato la inusitata poca rilevanza fornita dai media al Santo Padre su una dichiarazione del genere ed in più si aggiunge una lettera scritta da inviati di guerra in pensione che denunciano la scarsa abilità narrativa ed equilibrio degli attuali colleghi sul campo di battaglia: per lo più giovani e nemmeno scritturati con contratti stabili ed onorevoli come quelli dei giornalisti di un tempo e su cui il popolo della rete ha espresso sin da subito massima solidarietà.

Nel bel mezzo delle polemiche, sbuca il professore Orsini che ha attirato l’attenzione su di sè per le sue tesi accademiche in forte contrasto con la narrazione avuta fino alla sua venuta “mistica” perchè in coincidenza con quella di Papa Francesco. Il caso Orsini è servito al pubblico per comprendere che fino a quel momento c’era un’unica voce, ma quello che ha fatto emergere ciò non sono state le teorie alternative, ma il trattamento che è stato riservato al nuovo “esperto” in questi mesi da tutti coloro che avevano acquisito una forte visibilità sui social e nelle televisioni ed avevano espresso un pensiero preponderante sulla necessità di armarsi, di accendere lo scontro con un “animale criminale” di guerra, di non preoccuparsi del cedere un pò di serenità economica e “ambientale” per dei diritti più nobili, arrivando addirittura ad associare la resistenza ucraina a fatti storici come la shoah, o la Resistenza italiana, smentita dallo stesso stato di Israele con una dichiarazione dell’allora premier Bennet.

Per comprendere lo sgomento e la preoccupazione di chi aveva tutto il successo su di sè con slogan divisivi, bisogna mettersi nei panni di un giornalista che vive di visibilità, a volte senza contratto stabile, che fino ad un momento ha avuto la strada in discesa perché abile comunicatore e indisturbato rispetto a chi subisce sanzioni ed è costretto ad evitare di esprimere la sua opinione altrimenti viene tagliato dal circuito sociale digitale. All’improvviso, però, trova un intralcio alla sua attività comunicativa a causa di un disturbatore che di mestiere si occupa proprio di conflitti e ne ha tutti i titoli.

Quello che ha svegliato molte coscienze sul fatto che mancava qualche pezzo non è stata l’apparizione di Orsini, ma il trattamento che gli è stato riservato da chi aveva il controllo totale ed il dominio della scena cross mediale italiana.

A sentire l’odore “dell’audience che si impenna” è stato per primo Corrado Formigli che ha posto molta fiducia nelle tesi del professore della Luiss, censurato dalla sua stessa università che ha poi visto un altro suo docente a contratto nominato giudice nella commissione internazionale sui crimini di guerra.

Orsini ha mietuto le prime vittime sul campo di battaglia vincendo a mani basse il confronto con i giornalisti Calabrese e Parenzo, il primo sempre corretto seppur molto ironico, il secondo già conosciuto al pubblico per i suoi comportamenti politicamente scorretti, ma mai basati su informazioni concrete.

La vittoria professionale di Orsini c’è stata invece quando si è confrontato con Nathalie Tocci, direttore dell’Istituto degli Affari Internazionali. Mentre con i giornalisti c’è stato un confronto tra mondi diversi, con la Tocci, Orsini si è confrontato sul campo e quando la partita era persa per la direttrice del prestigioso Think Tank italiano è partito l’attacco personale

come fa ad essere esperto di Ucraina se non ha rapporti sul luogo“.

La prima vera arma spuntata dei media e dei social media atlantici, che ne ha fatto emergere il modus agendi, è stata proprio lei che a quanto pare non ha avuto molta difficoltà a continuare il suo conflitto personale con il professore che l’ha umiliata su altri organi di stampa nella qualità di editorialista dove ha provato a recuperare i limiti delle sue prestazioni televisive con qualche editoriale sulla “comunicazione“.

Un altro casus belli tutto italiano che ha risvegliato le coscienze di un pubblico stranito da una comunicazione appiattita ha riguardato sempre il professore Orsini e precisamente quando Bianca Berlinguer gli ha proposto un contratto in RAI ed il Partito Democratico, tramite l’onorevole Romano, ha negato al docente della LUISS di essere ingaggiato nello staff del programma con una consulenza. Messo alle strette sul portafogli, Orsini ha spiazzato tutti proponendosi gratis facendo scattare la scintilla di una escalation di offese giunte da più parti coalizzate contro la sua maggiore esposizione mediatica come analizzato nell’analisi OSINT su Orsini. Bianca Berlinguer, come Formigli, ha subito feroci attacchi per la sua scelta di invitare Orsini e anche la professoressa de Cesare, anch’ella bersagliata da commenti addirittura sessisti sui social.

Leggi analisi OSINT su Orsini.

Nel mentre, è esploso il caso del battaglione Azov, e Massimo Gramellini, che ha offeso pesantemente e ripetutamente Orsini sulle pagine del Corriere, in tv da Fazio ha addirittura citato un detto ebraico per assolvere il capo del battaglione Azov, indignando moltissime persone sui social e facendo un evidente autogoal in virtù del fatto che sono venute fuori notizie da Mariupol dove non è del tutto certo che il battaglione Azov chiedeva corridoi umanitari per salvare i civili intrappolati visto che secondo molti analisti bellici sembrerebbe stia utilizzando le persone, “recludendole” di fatto nell’acciaieria Azovstal con il fine più opportunistico dello scudo umano e finalizzato ad ottenere un calo dell’impeto di attacco dei russi, che, tra l’altro, in questi mesi di sconfitta su tutti fronti secondo i media occidentali, hanno portato a casa le aree strategiche nel sud del paese da loro invaso.

Questi sono alcuni casi di giornalisti illustri che hanno perso le staffe dinanzi ad una contrapposizione al loro pensiero ed hanno sfoggiato una licenza di offesa che non è riservata a tutti, godendo di una impunità sociale che ha lasciato il pubblico dubbioso e sospettoso sull’eventuale esistenza di un gruppo di influenza concentrato a gestire, monopolizzandola, la comunicazione bellica del conflitto ucraino nello spazio crossmediale composto da social, tv e stampa.

Nel mentre di uno scontro, degno del miglior periodo del Covid e dei Greenpass, i sondaggi hanno incominciato a diffondere delle notizie non proprio confortanti sui pareri dell’opinione pubblica nei confronti del Governo e delle sue scelte belliche. Secondo gli italiani, una cospicua maggioranza, “le armi non devono essere inviate agli ucraini“, hanno sentenziato ed ecco che si è arrivati a manipolare graficamente sondaggi invertendo il colore del rosso e del verde per confondere il lettore su una risposta negativa, trasformandola “a vista” come positiva.

Non solo giornalisti e influencer, ma anche società dedite alla elaborazione di sondaggi demoscopici.

Un altro fronte di ostili non è collegato a questioni atlantiche, ma a dinamiche politiche come nel caso del Fatto Quotidiano accostato al Movimento Cinque Stelle e ai trascorsi del partito di Grillo con i russi. Il giornale di Travaglio ha scatenato un fronte giornalistico più concentrato sulle aderenze con Putin del partito di Conte piuttosto che in difesa delle ragioni atlantiche. La Lega invece è sparita dai radar dopo la brutta figura internazionale di Salvini in Polonia, che è ritornato a chiedere la pace nell’ultimo periodo e a scongiurare l’invio di armi.

Un altro caso degno di nota è stato l’attacco di Gianni Riotta nei confronti di Lucio Caracciolo, stimato giornalista e analista geopolitico italiano, che per mesi è sfuggito alle critiche del cartello atlantico concentrato sui Travaglio boys, di Cesare e Orsini, ma è stato raggiunto da un anatema del più alto esponente del giornalismo Italiano autodichiaratosi atlantico. Peccato per Riotta, però, che non solo Enrico Letta, mandante morale degli attacchi politici a Orsini, ha preso le distanze dalle sue affermazioni essendo anche egli parte del comitato scientifico di Limes. Il brutto colpo riservato all’impavido giornalista e professore universitario a contratto negli USA l’ha riservato La Stampa, il suo stesso giornale, perchè ha ospitato un editoriale di Caracciolo, prendendo da subito le distanze dallo stesso Riotta. Caracciolo è stato protagonista indiscusso della trasmissione Otto e Mezzo di Lilli Gruber che è meritevole di aver dato ha dato vita alla terza fase. Proprio dalla Gruber, Massimo Giannini ha provato a ripulirsi la coscienza dicendo che il suo giornale “non va verso il pensiero unico, perchè ospita gli editoriali di Caracciolo“. Fino a pochi giorni fa però era possibile vedere un articolo sull’Azov nazista cancellato e gli affondi della Tocci su Orsini.

Dopo lo scontro, il riequilibrio

Mentre lo scontro imperversa su Orsini a cui viene contestato addirittura di “guadagnare soldi con uno spettacolo in teatro e con editoriali sul Fatto“, la Gruber ha lanciato la terza fase comunicativa della guerra in Italia. Con Caracciolo in studio con analisi sempre imparziali e difficilmente inquadrabili nel gioco di filoputin o meno, mai scontate come quelle della Tocci o di Orsini, la Gruber detiene lo scettro dell’informazione bellica in Italia con una trasmissione sempre bilanciata e con ospiti di primissimo piano senza però cadere nella comunicazione di propaganda nonostante le sue affiliazioni note oramai a molti.

Il salotto di Otto e Mezzo è stato il primo a dare spazio ai giornalisti russi e questo ha riaperto il dibattito tra i due mondi diversi ed ha spianato la strada non solo a tesi pacifiste, ma a quella che definiremmo propaganda bellica sovietica e che qualcuno ha provato a censurare ultimamente proprio con questa motivazione e lo studio dell’ex giornalista RAI non ha mai dato spazio ad Orsini, dimostrando di non aver bisogno del caso mediatico per imporsi nell’informazione.

Altra nota di merito per Andrea Purgatori, colpevole in passato di aver utilizzato le stesse immagini del videogioco riutilizzate oggi dai media, ha proposto un racconto slegato dall’instant news, fornendo un approccio storico seppur contemporaneo al conflitto ucraino, salvandosi per il momento dalle polemiche che hanno colpito tutti gli altri.

Non sappiamo quanto durerà questo momento di apertura a tutte le voci visto che è già partito l’attacco della Vigilanza alla veste democratica ripristinata nelle emittenti pubbliche, che ha chiesto al Copasir di indagare sulle eventuali annessioni dei giornalisti invitati nei confronti televisivi con il fine di verificare se sono parte attiva dell’intelligence del Cremlino.

Ovviamente lo sono, ve lo diciamo noi, ed è chiaro più di quanto siano aderenti ai nostri servizi e quelli di altri paesi molti giornalisti italiani.

Anche in questo caso è stata visibile l’insofferenza di chi ha avuto grande spazio con licenza di offendere coloro che non sono allineati con le posizioni atlantiche e Repubblica, nel dare la notizia della Commissione di Vigilanza Rai, ha pubblicato per un momento la foto di Orsini come se fosse il docente sia una spia sia un giornalista.

Ancora più calzante il fatto che la corrispondente italiana del Financial Times in Italia ha dato per certa l’annessione del docente universitario ai Servizi Russi senza rettificare come invece fatto da Repubblica che ne ha sostituito la foto perchè Orsini non è giornalista, ma un docente universitario che ha lavorato per i servizi italiani.

Anche il caso di Floris a Di Martedì che ha invitato il pubblico a non applaudire alle tesi di Fulvio Grimaldi non proprio dolci contro il sistema Ucraino, ma il suo invito non è stato accolto da chi rappresenta il popolo in una delle tante trasmissioni televisive, che ricordiamo essere in buona parte contrario alle armi secondo tutti gli ultimi sondaggi commissionati fino ad oggi.

Nonostante le polemiche sul presidente ANPI, dove è stata sguinzagliata la Segre, agli italiani non torna del tutto la storiella dei “nazisti utili” proprio perchè per anni la nostra Repubblica si è dichiarata antifascista.

Beppe Severnini, invece, da sponsor e promotore della strategia NATO-UE, ha nell’ultimo periodo aperto alla necessità di dialogo per giungere ad una trattativa finalizzata alla tregua e questo fa più sperare che comprendere le aperture alla stampa russa come un modo di scandire tempi maturi utili ad avviare un dialogo tra popoli in conflitto.

Si distendono i toni perché si sta assestando lo scenario bellico? Speriamo sia così!

Indipendentemente dall’evoluzione della guerra, chi si è mostrato al pubblico come detentore dei valori della libertà di espressione, dopo mesi di accuse personali rivolte a terzi, offese e sfottò oggi è rimasto con il cerino in mano.

Il dubbio che rimane a molti, sempre più distanti dal credere ai media soprattutto per questi motivi, è se i megafoni della propaganda occidentale, spesso giornalisti, intendono quanto letto in precedenza e visto in questi mesi il modo di fare giornalismo.

Oppure hanno svolto senza riuscirci il lavoro per cui sono pagati visto che la propaganda occidentale ha fallito a causa del loro modo di essere “armi spuntate”?

Inchieste

Attenti a Mazarsiu.com : offerta lavoro truffa da piattaforma Adecco

Tempo di lettura: 2 minuti. Dalla piattaforma Adecco ad un sito che offre lavoro attraverso le Google Ads: è la storia di Mazarsiu e di una segnalazione in redazione

Pubblicato

in data

Tempo di lettura: 2 minuti.

Nel mese di gennaio abbiamo trattato la notizia di una offerta di lavoro fittizia che usava il blasone di Mark & Spencer. Una lettrice di Matrice Digitale ha prontamente contattato la redazione dopo che, in fase di navigazione su un sito di Adecco, società famosa per il suo servizio di lavoro interinale a lavoratori e aziende, ha cliccato su un banner pubblicitario che l’ha proiettata su questa pagina:

www.mazarsiu.com si presenta come sito web che consente di svolgere dei compiti e di guadagnare una volta finite le 38 “mansioni”. Ogni mansione ha un investimento incrementale che frutta diverse centinaia di migliaia di euro ai criminali.

L’ancoraggio alla potenziale vittima è stato fatto attraverso WhatsApp da parte di un numero italiano ( 3511580682 ) con un nome ispanico

L’utente Lara Cruz si presenta a nome di una società che reale con sede a Napoli, ma ha un volto asiatico in foto e un nominativo ispanico. E si propone di aiutare gli utenti nella loro fase di registrazione per poi indirizzarle da subito nel lavoro.

La segnalazione è stata inviata in redazione il 15 ed il sito è stato creato il 14 maggio, un giorno prima, ed il veicolo del sito truffa è stato possibile grazie all’utilizzo di una sponsorizzata su AdWords da una piattaforma legittima di Adecco e, per fortuna, la malcapitata ha letto l’inchiesta di Matrice Digitale che l’ha messa sull’attenti.

Se doveste trovarvi dinanzi a un sito che propone lavoro on line, come Mazarsiu o Mark & Spencer, e l’impiego consiste nell’anticipare dei soldi, contattate subito le Autorità o la redazione di Matrice Digitale nell’apposito form di segnalazione o via WhatsApp

Prosegui la lettura

Inchieste

Terrore in Campania: dati sanitari di SynLab nel dark web

Pubblicato

in data

Synlab Campania BlackBasta
Tempo di lettura: 2 minuti.

BlackBasta ha pubblicato i dati esfiltrati nell’attacco informatico riuscito contro Synlab Italia dove il colosso tedesco è stato colpito nelle sedi della Campania ed i dati dei pazienti sono stati resi disponibili dalla ransomware gang russa. Un disastro annunciato dopo che si è appresa la volontà della multinazionale di non pagare riscatto così come previsto dalla procedura internazionale che vieta alle vittime di recuperare i propri dati alimentando il crimine informatico globale.

Matrice Digitale ha dedicato una serie di approfondimenti sulla vicenda e, pur non essendo entrata in possesso dei dati visualizzati già da circa 4000 persone all’interno della piattaforma dark web dei criminali, ha potuto constatare che la maggior parte delle informazioni riguardano le sedi della Campania sia lato sedi sia fornitori sia pazienti. Un’altra informazione che potrebbe essere utile ed anche allo stesso tempo rincuorante per tutti i pazienti coinvolti, è che la dimensione dei dati non è scaricabile da chiunque visto il tera e mezzo di gigabyte necessari per portare a termine il download completo. Un altro punto di favore in questa terribile vicenda è il fatto che il server sembrerebbe essere poco capace di distribuire simultaneamente la grande mole di informazioni che BlackBasta ha messo a disposizione di tutti coloro che ne hanno accesso attraverso il link dark web.

Qual è stata la reazione dell’azienda ?

SynLab ha annunciato di non voler pagare il riscatto e di essere stata vittima da di un attacco matrice russa, aspetto ininfluente quando si parla di crimine informatico, e di essere in contatto costantemente con le Autorità. Almeno loro hanno acquisito tutte le informazioni esfiltrate dagli aguzzini. L’azienda promette e si impegna nel comunicare, così come previsto da legge vigente, ad ogni singolo paziente l’eventuale esposizione in rete. I risvolti della vicenda però non sono positivi per l’azienda nonostante abbia agito secondo procedure. Dal punto di vista della credibilità e della fiducia dei clienti, quest’ultimi continueranno ad avvalersi delle prestazioni private e convenzionate, ma all’orizzonte si configura una sanzione salata da parte del Garante della Privacy che si spera sia utile nel sensibilizzare gli altri colossi del nostro paese nel correre ai ripari prima di un attacco informatico.

Non basteranno, purtroppo, gli avvisi dell’azienda circa la perseguibilità penale di coloro che entreranno in possesso dei dati per motivi di ricerca, di business o di ulteriori crimini informatici.

Cosa abbiamo imparato da quest’attacco?

Tra le varie criticità emerse in queste settimane c’è quella di attivarsi predisponendo al meglio le proprie infrastrutture per ripristinare quanto prima i servizi dopo un attacco informatico, a maggior ragione quando riguardano settori vitali, ma allo stesso tempo c’è l’esigenza di implementare tecnicamente una infrastruttura di rete che in caso negativo possa essere penetrata in parte perché strutturalmente composta da più sezioni. Da quello che è accaduto, non è ancora chiaro se solo l’intera Campania sia stata compromessa da BlackBasta nell’attacco a Synlab, in attesa di ulteriori risvolti potenzialmente possibili anche in altre regioni dove la società multinazionale tedesca ha ereditato anamnesi intere di una buona fetta della popolazione italiana attraverso in seguito alle acquisizioni di quelli che un tempo erano i centri di analisi e diagnostica più importanti del territorio.

Prosegui la lettura

Inchieste

Melinda lascia la Bill Gates Foundation e ritira 12,5 Miliardi di Dollari

Tempo di lettura: 5 minuti. Melinda French Gates lascia la Gates Foundation, portando con sé 12,5 miliardi di dollari per le sue iniziative filantropiche

Pubblicato

in data

Melinda French, Bill Gates, Epstein
Tempo di lettura: 5 minuti.

Melinda French Gates ha annunciato il suo ritiro dalla Bill and Melinda Gates Foundation, portando con sé un capitale di 12,5 miliardi di dollari. Questa decisione arriva tre anni dopo il suo annuncio di separazione da Bill Gates, il cofondatore di Microsoft.

Dettagli della transazione

Melinda ha comunicato che investirà i 12,5 miliardi di dollari in iniziative filantropiche personali, focalizzate principalmente sul supporto a donne e famiglie. Le disposizioni per questo trasferimento di fondi sono state già messe in atto. In seguito alla sua uscita, la fondazione subirà anche un cambio di nome da Bill and Melinda Gates Foundation a Gates Foundation, un titolo già in uso non ufficiale per brevità e chiarezza. Bill Gates rimarrà l’unico amministratore della fondazione.

Impatto e prospettive future

La Gates Foundation, una delle maggiori organizzazioni filantropiche private del mondo, detiene un patrimonio di 75,2 miliardi di dollari e ha contribuito con 77,6 miliardi di dollari a vari progetti nel corso di quasi tre decenni, con un focus particolare su progetti medici. Melinda French Gates, dal canto suo, continua il suo impegno per la promozione delle opportunità per donne e minoranze negli Stati Uniti tramite la sua iniziativa Pivotal Ventures, fondata nel 2015.

Dalla medicina alla rappresentanza femminile

Pivotal Ventures è un’impresa di investimento e incubazione fondata da Melinda French Gates nel 2015. La missione di questa organizzazione è accelerare il progresso sociale negli Stati Uniti, rimuovendo le barriere che impediscono alle persone di realizzare il loro pieno potenziale. Pivotal Ventures opera attraverso investimenti ad alto impatto, partenariati e iniziative di advocacy, focalizzandosi in particolare sul potenziamento delle donne e delle minoranze.

Le attività di Pivotal Ventures sono diverse e comprendono sia il sostegno a iniziative volte a promuovere la diversità e l’inclusione nei settori della tecnologia e della politica, sia l’investimento in soluzioni innovative che mirano a risolvere problemi sociali complessi. L’organizzazione lavora in stretta collaborazione con altri filantropi, fondazioni e aziende per creare un impatto duraturo e significativo. Tra le iniziative di spicco vi sono programmi per aumentare la rappresentanza femminile nelle posizioni di leadership e per sviluppare strumenti educativi e risorse che supportano i giovani svantaggiati. Pivotal Ventures si impegna così a creare un futuro più equo e inclusivo, utilizzando una combinazione di capitali privati e collaborazione pubblica per catalizzare il cambiamento sociale.

Filantropia o elusione fiscale?

Non ci sono informazioni specifiche sulle cifre esatte del risparmio fiscale di Bill e Melinda Gates attraverso le loro fondazioni. Tuttavia, possiamo discutere di come funzionano generalmente le fondazioni private e il loro impatto fiscale negli Stati Uniti.

Le fondazioni private, come la Bill & Melinda Gates Foundation, sono organizzazioni filantropiche esenti da tasse federali sul reddito. Queste fondazioni beneficiano di diversi incentivi fiscali, che includono la deducibilità delle donazioni e l’esenzione da tasse sui redditi d’investimento, soggetti a una tassa di excise dello 1,39%. Questi vantaggi fiscali incentivano la creazione e il sostegno di fondazioni filantropiche, consentendo ai donatori, come Bill e Melinda Gates, di detrarre le donazioni dalle loro imposte personali.

Il processo funziona così: quando i Gates donano denaro o altri beni alla loro fondazione, possono ricevere una detrazione fiscale significativa. Questo riduce l’imposta sul reddito che devono pagare. Inoltre, le risorse trasferite alla fondazione crescono e vengono utilizzate esentasse, permettendo alla fondazione di aumentare il suo impatto filantropico. Tuttavia, le fondazioni sono obbligate a distribuire almeno il 5% del loro patrimonio netto medio di mercato ogni anno per scopi caritatevoli per mantenere il loro status di esenzione fiscale.

Perchè c’è del marcio in questa operazione?

Negli Stati Uniti, il trasferimento di capitali tra fondazioni, come nel caso di donazioni da una fondazione privata a un’altra entità caritatevole, è regolato da specifiche normative fiscali che mirano a incoraggiare le attività filantropiche pur mantenendo un certo livello di controllo sugli abusi.

Quando una fondazione privata effettua una donazione a un’altra organizzazione esentasse, come un’altra fondazione privata, un’università o un ente di beneficenza, queste donazioni sono generalmente deducibili dalle tasse della fondazione donante. Ciò significa che tali trasferimenti possono ridurre l’ammontare del reddito imponibile della fondazione donante, diminuendo così l’ammontare delle tasse dovute, a patto che l’organizzazione ricevente sia riconosciuta dal Servizio delle Entrate Interne (IRS) come un’entità esente da tasse.

Aspetti chiave della regolamentazione:

  1. Status di Esenzione Fiscale: Perché i trasferimenti siano deducibili, entrambe le fondazioni devono mantenere lo status di esenzione fiscale sotto l’Internal Revenue Code Section 501(c)(3). L’organizzazione ricevente deve essere qualificata come esente da tasse e non deve operare per il profitto personale dei suoi membri.
  2. Distribuzione Minima Richiesta: Le fondazioni private sono soggette a una regola di distribuzione minima annuale, che richiede loro di distribuire almeno il 5% del valore del loro patrimonio netto non caritativo per scopi caritativi ogni anno. I trasferimenti a altre organizzazioni caritative possono essere utilizzati per soddisfare questo requisito.
  3. Documentazione e Conformità: Le fondazioni devono mantenere una documentazione accurata di tutte le donazioni per garantire la conformità con le regole IRS. Questo include la conservazione dei record che confermano lo status di esenzione fiscale dell’organizzazione beneficiaria.
  4. Evitare Benefici Personali: È essenziale che i trasferimenti di fondi non risultino in benefici personali per i dirigenti o i donatori della fondazione. Le regole di auto-dealing dell’IRS cercano di prevenire situazioni in cui i fondi delle fondazioni sono usati per benefici personali piuttosto che per scopi caritativi.

Queste regolazioni aiutano a garantire che il trasferimento di fondi tra fondazioni sia utilizzato per promuovere effettivamente attività filantropiche e non per eludere gli obblighi fiscali o per fini personali. L’IRS monitora attentamente queste attività per prevenire abusi del sistema di esenzione fiscale.

L’amicizia tra Gates ed Epstein

Il divorzio tra Bill Gates e Melinda French Gates, annunciato nel maggio 2021, ha suscitato grande attenzione non solo per le sue implicazioni finanziarie, ma anche per i dettagli personali emersi, inclusi i rapporti di Bill Gates con Jeffrey Epstein. Secondo vari report, tra cui uno del New York Times, Melinda aveva espresso preoccupazioni riguardo alla relazione del marito con Epstein, un finanziere noto per le sue condanne per reati sessuali. Queste preoccupazioni sono emerse dopo che Bill Gates aveva partecipato a numerosi incontri con Epstein, che si sono protratti fino a tarda notte e sono stati descritti come tentativi di Epstein di lavorare con la fondazione Gates.

Questi incontri sono avvenuti nonostante le precedenti condanne di Epstein e la sua reputazione discutibile, fatti che hanno aggravato le tensioni all’interno del matrimonio Gates. Melinda ha rivelato in un’intervista di aver avuto incubi dopo aver incontrato Epstein una volta, sottolineando che aveva chiarito a Bill la sua disapprovazione per qualsiasi ulteriore interazione con lui. Questi elementi hanno contribuito a creare un contesto complesso che ha influenzato la decisione di Melinda di procedere con il divorzio, un processo che, secondo le rivelazioni, era in preparazione da alcuni anni prima dell’annuncio ufficiale.

Il precedente di Bezos e l’ex Lady Amazon

I divorzi nel mondo delle Big Tech sono stati spesso fonte di interesse pubblico, data la loro portata finanziaria e mediatica. Ad esempio, uno dei divorzi più noti è stato quello tra Jeff Bezos, fondatore di Amazon, e MacKenzie Scott. Dopo 25 anni di matrimonio, la coppia si è separata nel 2019, con un accordo che ha visto MacKenzie Scott ricevere circa il 4% delle azioni di Amazon, valutate allora circa 36 miliardi di dollari. Questo accordo ha reso MacKenzie una delle donne più ricche del mondo.

L’uscita di Melinda French Gates dalla fondazione che ha co-fondato segna un nuovo capitolo sia per lei che per l’organizzazione. Questo movimento riflette un cambiamento significativo nel panorama filantropico globale e pone le basi per future iniziative indipendenti da parte di Melinda che continueranno a influenzare positivamente le comunità di tutto il mondo. Questi sviluppi rappresentano un momento significativo per la filantropia globale, evidenziando come anche i leader del settore possono evolvere e adattarsi a nuove realtà e sfide personali e professionali.

Prosegui la lettura

Facebook

CYBERSECURITY

D-Link EXO AX4800 D-Link EXO AX4800
Sicurezza Informatica1 ora fa

Vulnerabilità RCE zero-day nei router D-Link EXO AX4800

Tempo di lettura: 2 minuti. Un gruppo di ricercatori di SSD Secure Disclosure ha scoperto una vulnerabilità critica nei router...

SEC logo SEC logo
Sicurezza Informatica2 ore fa

SEC: “notificare la violazione dei dati entro 30 giorni”

Tempo di lettura: 2 minuti. La SEC richiede alle istituzioni finanziarie di notificare le violazioni dei dati agli individui interessati...

Sicurezza Informatica13 ore fa

Microsoft Azure: autenticazione multi-fattore (MFA) obbligatoria da luglio 2024

Tempo di lettura: 2 minuti. Microsoft inizierà a imporre l'autenticazione multi-fattore (MFA) per gli utenti di Azure a partire da...

Sicurezza Informatica14 ore fa

USA arrestati sospetti dietro schema riciclaggio da 73 milioni

Tempo di lettura: 2 minuti. Gli Stati Uniti arrestano due sospetti accusati di guidare uno schema di riciclaggio di $73...

quick assist quick assist
Sicurezza Informatica2 giorni fa

Quick Assist di Microsoft sfruttato per ingegneria sociale

Tempo di lettura: 2 minuti. Storm-1811 sfrutta Quick Assist di Microsoft in attacchi ransomware tramite tecniche di ingegneria sociale. Scopri...

breachforums offline breachforums offline
Sicurezza Informatica3 giorni fa

BreachForums è offline e sotto il controllo dell’FBI

Tempo di lettura: 2 minuti. Il noto portale di annunci legati al crimine informatico dove si vendono i dati trafugati...

Cisco Talos Cisco Talos
Sicurezza Informatica4 giorni fa

Talos e CISA collaborano contro minacce Cyber a ONG e attivisti

Tempo di lettura: 2 minuti. Talos e CISA collaborano per proteggere le organizzazioni della società civile da minacce cyber, promuovendo...

Unit 42 Unit 42
Sicurezza Informatica5 giorni fa

DNS Tunneling: per tracciare vittime di Phishing

Tempo di lettura: 2 minuti. Gli hacker utilizzano il tunneling DNS per scandagliare le reti e tracciare le vittime, sfruttando...

Synlab Italia rivendicazione di Black Basta Synlab Italia rivendicazione di Black Basta
Sicurezza Informatica5 giorni fa

Black Basta Ransomware è diventato un problema mondiale

Tempo di lettura: 2 minuti. Black Basta Ransomware ha colpito più di 500 entità in vari settori, sottolineando la crescente...

cy4gaTE cy4gaTE
Economia5 giorni fa

Cy4Gate: accordo da un milione con Innovery

Tempo di lettura: 2 minuti. Cy4Gate rafforza la sua presenza nel mercato con una nuova partnership strategica con Innovery e...

Truffe recenti

Inchieste22 ore fa

Attenti a Mazarsiu.com : offerta lavoro truffa da piattaforma Adecco

Tempo di lettura: 2 minuti. Dalla piattaforma Adecco ad un sito che offre lavoro attraverso le Google Ads: è la...

Sicurezza Informatica1 settimana fa

BogusBazaar falsi e-commerce usati per una truffa da 50 milioni

Tempo di lettura: 2 minuti. Oltre 850,000 persone sono state ingannate da una rete di 75,000 falsi negozi online, con...

Sicurezza Informatica1 settimana fa

Truffatori austriaci scappano dagli investitori, ma non dalla legge

Tempo di lettura: 2 minuti. Le forze dell'ordine hanno smascherato e arrestato un gruppo di truffatori austriaci dietro una frode...

Shein Shein
Truffe online1 mese fa

Truffa dei buoni SHEIN da 300 euro, scopri come proteggerti

Tempo di lettura: < 1 minuto. La truffa dei buoni SHEIN da 300 euro sta facendo nuovamente vittime in Italia,...

OSINT2 mesi fa

USA interviene per recuperare 2,3 Milioni dai “Pig Butchers” su Binance

Tempo di lettura: 2 minuti. Il Dipartimento di Giustizia degli USA interviene per recuperare 2,3 milioni di dollari in criptovalute...

dimarcoutletfirenze sito truffa dimarcoutletfirenze sito truffa
Inchieste3 mesi fa

Truffa dimarcoutletfirenze.com: merce contraffatta e diversi dalle prenotazioni

Tempo di lettura: 2 minuti. La segnalazione alla redazione di dimarcoutletfirenze.com si è rivelata puntuale perchè dalle analisi svolte è...

sec etf bitcoin sec etf bitcoin
Economia4 mesi fa

No, la SEC non ha approvato ETF del Bitcoin. Ecco perchè

Tempo di lettura: 3 minuti. Il mondo delle criptovalute ha recentemente assistito a un evento senza precedenti: l’account Twitter ufficiale...

Sicurezza Informatica5 mesi fa

Europol mostra gli schemi di fronde online nel suo rapporto

Tempo di lettura: 2 minuti. Europol’s spotlight report on online fraud evidenzia che i sistemi di frode online rappresentano una grave...

Sicurezza Informatica6 mesi fa

Polizia Postale: attenzione alla truffa dei biglietti ferroviari falsi

Tempo di lettura: < 1 minuto. Gli investigatori della Polizia Postale hanno recentemente individuato una nuova truffa online che prende...

app ledger falsa app ledger falsa
Sicurezza Informatica6 mesi fa

App Falsa di Ledger Ruba Criptovalute

Tempo di lettura: 2 minuti. Un'app Ledger Live falsa nel Microsoft Store ha rubato 768.000 dollari in criptovalute, sollevando dubbi...

Tech

Endless OS 6 Endless OS 6
Tech1 ora fa

Endless OS 6: basato su Debian 12 “Bookworm” è disponibile

Tempo di lettura: 2 minuti. Endless OS 6, basato su Debian GNU/Linux 12 "Bookworm", porta nuove funzionalità e miglioramenti, offrendo...

Tech2 ore fa

Microsoft risolve problemi a VPN Edge e Copilot in Windows 11

Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri i problemi noti e le risoluzioni per Windows 11 versione 23H2, incluso il supporto...

Robotica2 ore fa

Robot guida addestrati dai cani per non vedenti

Tempo di lettura: 2 minuti. Ricercatori di UMass Amherst sviluppano robot guida per non vedenti, equilibrando autonomia del robot e...

Samsung Galaxy Watch 7 Ultra Samsung Galaxy Watch 7 Ultra
Tech2 ore fa

Samsung Galaxy Watch7 e Galaxy Watch FE approvati dalla FCC

Tempo di lettura: < 1 minuto. Il Samsung Galaxy Watch7 e il Galaxy Watch FE ottengono l'approvazione della FCC, con...

Linux kernel 6.9 release Linux kernel 6.9 release
Tech13 ore fa

Come installare il kernel Linux 6.9 su Ubuntu 24.04 LTS

Tempo di lettura: < 1 minuto. Scopri come installare il kernel Linux 6.9 su Ubuntu 24.04 LTS seguendo questa guida...

iPhone 16 Pro nuovi colori: Desert Titanium e Titanium Gray iPhone 16 Pro nuovi colori: Desert Titanium e Titanium Gray
Smartphone14 ore fa

L’iPhone 17 Slim potrebbe arrivare nel 2025

Tempo di lettura: 2 minuti. Apple potrebbe lanciare l'iPhone 17 Slim nel 2025 con un design rinnovato e un display...

Tech15 ore fa

Windows 11 Insider per canali Dev, Beta e Release Preview

Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri le nuove build di Windows 11 Insider Preview per i canali Dev, Beta e...

Intelligenza Artificiale15 ore fa

GPT-5 di OpenAI: salto verso l’intelligenza artificiale generale?

Tempo di lettura: 2 minuti. Sam Altman di OpenAI anticipa che GPT-5 potrebbe funzionare come un "cervello virtuale", offrendo capacità...

Galaxy Z Flip 6 Galaxy Z Flip 6
Smartphone18 ore fa

Samsung Galaxy Z Flip6 piega leggera e vetro ultra-sottile più spesso

Tempo di lettura: 2 minuti. Il Samsung Galaxy Z Flip6 avrà una piega meno pronunciata grazie a un vetro ultra-sottile...

Phone Repair Guru Phone Repair Guru
Tech19 ore fa

Smontaggio del nuovo iPad Pro incluso il logo Apple in rame

Tempo di lettura: 2 minuti. Il nuovo iPad Pro da 13 pollici con chip M4 presenta modifiche interne significative, tra...

Tendenza