Sommario
Il ruolo di John Elkann nelle dinamiche europee si fa sempre più centrale, non solo per il peso industriale di Exor, ma anche per le sue connessioni nei board delle grandi aziende tecnologiche e per i riflessi geopolitici delle sue scelte finanziarie. Il recente dibattito sul riarmo europeo e sul caso di spionaggio legato a Paragon coinvolge direttamente i vertici della politica italiana ed europea, creando una fitta rete di interessi tra difesa, industria e tecnologia.
La manifestazione per l’Europa e il ruolo di Michele Serra
La recente manifestazione a Roma, organizzata da Michele Serra, ha riunito 50mila persone in Piazza del Popolo sotto lo slogan “Qui o si fa l’Europa o si muore”. L’evento ha segnato un punto di svolta nel dibattito sul futuro europeo, in un momento in cui la guerra in Ucraina e le tensioni globali spingono l’UE verso un massiccio piano di riarmo. Tuttavia, la manifestazione ha diviso l’opinione pubblica e l’opposizione, evidenziando fratture interne tra chi sostiene un rafforzamento militare dell’Europa e chi teme una deriva militarista.
L’iniziativa è stata criticata da più parti, con il Riformista che l’ha definita una “adunata pacifinta”, accusando gli organizzatori di ipocrisia e sottolineando la contraddizione tra le richieste di pace e il sostegno a un’Europa militarizzata. Il dibattito si inserisce nel contesto del piano ReArm Europe, approvato dal Parlamento europeo, che prevede ingenti investimenti nel settore della difesa, con il coinvolgimento diretto di aziende legate a Elkann e Exor.
Gualtieri finanzia la piazza di Serra: 270mila euro pubblici per l’evento pro-UE
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha destinato 270mila euro del bilancio comunale per finanziare la manifestazione organizzata da Michele Serra in Piazza del Popolo a sostegno dell’Europa. L’evento, che ha visto la partecipazione di 50mila persone, è stato presentato come un’iniziativa istituzionale, ma ha sollevato polemiche per il suo evidente carattere politico.
Fondi pubblici per palco, sicurezza e transenne
Secondo quanto riportato da Libero, il Campidoglio ha coperto le spese per palco, transenne, sorveglianza, video e audio, bagni pubblici e logistica. La manifestazione, sponsorizzata dal quotidiano Repubblica, ha visto la partecipazione di esponenti del centrosinistra, della Cgil e dell’Anpi, con bandiere arcobaleno e interventi a sostegno dell’UE e dell’Ucraina.
Il finanziamento pubblico ha scatenato le reazioni dell’opposizione. Federico Rocca, consigliere capitolino di FdI, ha denunciato l’utilizzo di fondi comunali per un evento a favore di una parte politica, mentre la commissione Trasparenza del Comune di Roma ha richiesto l’accesso agli atti per verificare i dettagli della spesa.
Il caso dell’università di Parma e le polemiche sull’indottrinamento
Oltre al contributo del Comune di Roma, la manifestazione ha beneficiato del sostegno dell’Università di Parma, che ha offerto agli studenti il viaggio gratuito per partecipare all’evento. La ministra dell’Università Anna Maria Bernini, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha dichiarato che i fondi utilizzati dall’ateneo erano privati e non pubblici, ma ha espresso dubbi sull’effettiva attinenza tra la manifestazione e il diritto allo studio.
L’iniziativa ha suscitato critiche per il rischio di strumentalizzazione politica degli studenti, in un contesto in cui l’UE sta discutendo il piano ReArm Europe, che prevede un massiccio aumento della spesa militare.
Elkann, Exor e il business della difesa
La holding Exor, controllata dalla famiglia Agnelli-Elkann, detiene partecipazioni in Iveco Defence Vehicles (IDV), uno dei principali produttori europei di veicoli militari. Recentemente, Exor ha avviato un processo di separazione della divisione Iveco Defence, valutando la vendita a colossi del settore come BAE Systems, il gruppo ceco CSG e la joint venture Leonardo-Rheinmetall.

Il piano di riarmo europeo, fortemente sostenuto da Ursula von der Leyen, potrebbe dunque rappresentare una grande opportunità per Exor, che vedrebbe crescere il valore delle sue partecipazioni nel settore della difesa. La possibile vendita di Iveco Defence a un’azienda extra-italiana solleva interrogativi sul futuro dell’industria bellica nazionale, in favore dei potentati franco tedeschi, e sulla capacità dell’Italia di mantenere un ruolo strategico nel panorama europeo della sicurezza.
Il caso Paragon e le pressioni su Meloni
Un altro dossier che coinvolge indirettamente Elkann è lo scandalo Paragon, che riguarda lo spionaggio di giornalisti e attivisti tramite il software Graphite, sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions. Le recenti rivelazioni del Citizen Lab indicano che lo spyware è stato utilizzato su oltre 90 persone in Europa, tra cui giornalisti italiani e attivisti dei diritti umani.
Secondo il ricercatore Scott Railton, il primo rapporto ufficiale su Paragon verrà pubblicato nei prossimi giorni e conterrà prove forensi dettagliate sull’attacco. Il caso ha assunto una dimensione politica rilevante, con Luca Casarini di Mediterranea Saving Humans che ha dichiarato di essere stato spiato per le sue attività sulla questione libica. Il governo italiano ha risposto con il segreto di Stato, evitando di fornire chiarimenti sulle responsabilità dietro l’uso del software.
Il dossier Paragon rappresenta un elemento di pressione su Giorgia Meloni, che da un lato deve gestire i rapporti con gli alleati europei e dall’altro è sotto l’attenzione di gruppi di potere economico interessati a un riassetto della sicurezza europea. L’aspetto più avvincente per gli osservatori in questa vicenda è che le Procure, quindi la Magistratura, si stanno muovendo su più fronti per riuscire a scalfire uno stato di fatto della giurisprudenza che più volte ha recitato che la Giustizia non può interferire facilmente sul segreto di Stato.
Elkann e il board di Meta: il controllo dell’informazione
A complicare il quadro, John Elkann siede nel board di Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp. Questo ruolo gli garantisce un accesso privilegiato alle dinamiche dell’informazione digitale e alle piattaforme che hanno contribuito a rivelare lo scandalo Paragon.

Meta è stata infatti determinante nell’identificazione degli attacchi con Graphite, avvisando le vittime attraverso messaggi di sicurezza su WhatsApp. Il legame tra Elkann e Meta solleva dubbi su possibili interessi incrociati e sulle pressioni esercitate nel caso Paragon, soprattutto considerando il silenzio del governo italiano sulla vicenda.
Il business dell’informazione e l’asse con Musk e Berlusconi
Un altro dettaglio che non va trascurato sono i rapporti con la famiglia Berlusconi che soffre l’asse Lega – Fratelli d’Italia e più volte ha provato ad avvicinarsi al Partito Democratico soprattutto all’ala di Gentiloni, ben rappresentata in Europa da Pina Picierno, con cui condivide interessi nel settore dell’Editoria e più volte c’è stato un avvicinamento tra Repubblica e l’azienda Berlusconi saltato ai tempi di Molinari, ma attualmente in netta ripresa dopo le uscite della Berlusconi. Un altro dettaglio è la presenza in affari tra gli stessi figli del cavaliere e gli Elkan

Il recente ingresso di Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, nel capitale della piattaforma di infotainment Whoopsee, conferma la strategia di espansione nel settore della comunicazione digitale. Whoopsee, di proprietà della società Unaluna, si occupa di moda, celebrità, gossip e news finanziarie, ispirandosi al modello americano di SixPage.
La struttura azionaria di Whoopsee vede ora Barbara Berlusconi come prima azionista con il 17,6%, seguita dai due fondatori Francesca Muggeri e Franco Villa con il 15,8%. Exor, attraverso Gedi Digital, detiene il 14,4%, mentre un ulteriore 10% è gestito dalla fiduciaria Simon, storicamente legata alla famiglia Agnelli. Tra i soci spicca anche Andrea Stroppa, uomo di fiducia di Elon Musk in Italia, confermando un’alleanza strategica tra l’industria tradizionale, la politica e il mondo delle Big Tech.
L’operazione rafforza il controllo di Elkann sull’informazione, aggiungendosi alla già ampia presenza di Exor nel settore attraverso Gedi, editore di testate come La Repubblica, La Stampa e L’Espresso che dopo la morte di Berlusconi padre vedono i propri giornalisti essere invitati come ospiti.
Il futuro dell’Europa tra riarmo e sicurezza digitale
La convergenza tra il riarmo europeo, la riorganizzazione dell’industria della difesa e gli scandali legati alla cybersicurezza dimostra come il confine tra politica, affari e sicurezza sia sempre più labile. Elkann, attraverso Exor e Meta, si trova in una posizione chiave per influenzare queste dinamiche, mentre il governo italiano cerca di navigare tra pressioni internazionali e crisi interne.
Il dibattito sul riarmo e sulla protezione dei dati personali non riguarda solo la difesa europea, ma anche la sovranità tecnologica e l’indipendenza strategica dell’UE. In questo scenario, le decisioni prese nei prossimi mesi avranno un impatto duraturo sul futuro geopolitico del continente.