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Digitale nella PA, AGID vara il Piano Triennale 2024-2026
Tempo di lettura: 3 minuti. Agid vara il Piano Triennale 2024-2026 per l’informatica nella PA italiana e mira a accelerare la trasformazione digitale
Il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione (PA) 2024-2026 varato da AGID emerge come un faro guida per la trasformazione digitale dell’Italia, ponendo le fondamenta per una rivoluzione amministrativa all’insegna dell’innovazione tecnologica. In un’era segnata da rapidi cambiamenti socio-economici, l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate e l’armonizzazione delle normative digitali diventano imperativi ineludibili per le pubbliche amministrazioni.
Il Cuore del Piano Triennale
Con radici che affondano nella sua prima edizione del 2017-2019, il Piano Triennale si è evoluto per diventare un documento cardine nel delineare le strategie e gli obiettivi di digitalizzazione per la PA italiana. L’edizione 2024-2026, in particolare, si distingue per una struttura rinnovata e un approccio che pone al centro le esigenze di una PA agile e orientata al futuro, promuovendo la reingegnerizzazione dei processi amministrativi secondo il principio “once only”.
La Sicurezza Informatica come Pilastro Fondamentale
Un capitolo di cruciale importanza nel Piano è dedicato alla sicurezza informatica, una priorità inderogabile nel contesto dell’espansione digitale. L’istituzione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e l’adozione di una Strategia nazionale di cybersicurezza sottolineano l’impegno dell’Italia nel rafforzare le difese cyber del Paese, proteggendo l’infrastruttura critica e assicurando la resilienza dei sistemi informatici della PA.
Obiettivi e Strategie di Implementazione
Il Piano stabilisce obiettivi chiari e misurabili per la sicurezza informatica, tra cui la distribuzione di Indicatori di Compromissione (IoC) a tutte le PA entro il 2026 e il supporto formativo rivolto a innalzare la consapevolezza delle minacce cyber. Le linee di azione si articolano in iniziative di monitoraggio proattivo, strumenti per l’autovalutazione dei rischi cyber, e programmi formativi destinati a rafforzare la cultura della cybersicurezza all’interno delle amministrazioni.
Risorse e Supporto per l’Attuazione
Il finanziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dei Fondi Europei 2021-2027 rappresentano le leve finanziarie per realizzare gli ambiziosi obiettivi del Piano. Questi investimenti si tradurranno in un salto qualitativo per la sicurezza informatica della PA, attraverso l’introduzione di servizi avanzati come l’HyperSOC per il monitoraggio delle vulnerabilità e la piattaforma Syllabus per lo sviluppo delle competenze digitali.
Nell’ambito del rafforzamento della sicurezza informatica nelle Pubbliche Amministrazioni (PA), il Piano Triennale 2024-2026 di AGID pone particolare enfasi sulla distribuzione e l’implementazione degli Indicatori di Compromissione (IoC) e sul potenziamento degli strumenti di autovalutazione. Questi obiettivi sono fondamentali per elevare il livello di difesa delle PA contro le minacce cyber e migliorare la gestione dei rischi informatici.
Distribuzione degli Indicatori di Compromissione
L’obiettivo RA7.6.1 si concentra sulla distribuzione degli IoC alle PA, con l’ambizione di raggiungere una copertura completa entro il 2026. Gli IoC sono strumenti vitali per l’identificazione precoce di potenziali minacce, consentendo alle PA di adottare misure preventive e reattive in modo tempestivo. Il monitoraggio proattivo delle minacce cyber, attraverso la diffusione di IoC, rappresenta una strategia chiave per innalzare il livello di sicurezza informatica all’interno del dominio della PA.
Strumenti di Autovalutazione per le PA
Con l’obiettivo RA7.6.2, il Piano prevede la fornitura di strumenti funzionali all’esecuzione dei piani di autovalutazione dei sistemi esposti. Questi strumenti, messi a disposizione sul Portale del CERT-AGID, sono essenziali per consentire alle PA di valutare autonomamente la propria postura di sicurezza e identificare eventuali vulnerabilità. L’accesso a tali risorse contribuisce a promuovere un approccio proattivo alla gestione del rischio cyber, rafforzando la resilienza delle infrastrutture informatiche.
Formazione e Sensibilizzazione
L’obiettivo RA7.6.3 mira a fornire supporto formativo e informativo alle PA, in particolare agli Responsabili per la Transizione Digitale (RTD), per aumentare il livello di consapevolezza sulle minacce cyber. La formazione è un pilastro fondamentale per costruire una cultura della sicurezza informatica all’interno delle PA, dotando i dipendenti delle conoscenze necessarie per riconoscere e contrastare efficacemente gli attacchi informatici.
Implementazione e Risorse
Il Piano sottolinea l’importanza di strumenti e servizi nazionali, come l’HyperSOC e il Portale Servizi Agenzia (ACN), per il monitoraggio delle vulnerabilità e il supporto all’identificazione, analisi e mitigazione di minacce e incidenti. Le risorse e i finanziamenti previsti dal PNRR e dai Fondi per la Strategia nazionale di cybersicurezza sono essenziali per realizzare questi obiettivi, garantendo alle PA gli strumenti necessari per affrontare le sfide della sicurezza informatica.
Il documento stabilisce un percorso chiaro per rafforzare la sicurezza informatica delle PA italiane, attraverso la distribuzione di IoC, l’implementazione di strumenti di autovalutazione e il potenziamento delle attività formative. Questi sforzi congiunti contribuiranno a creare un ambiente digitale più sicuro e resiliente per le PA, in linea con gli obiettivi strategici del Decennio Digitale 2030.
Il Piano Triennale 2024-2026 dell’AGID riflette un impegno concreto verso la digitalizzazione della PA italiana, con un occhio di riguardo per la sicurezza informatica. Attraverso un approccio olistico che integra tecnologia, normativa e formazione, il Piano getta le basi per un’Amministrazione Pubblica più efficiente, trasparente e sicura, pronta a rispondere alle sfide del Decennio Digitale 2030.
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Kapeka: nuova backdoor di Sandworm per l’Est Europa
Tempo di lettura: 3 minuti. Kapeka, nuova backdoor utilizzata da Sandworm in attacchi all’Europa orientale, con capacità avanzate di controllo e flessibilità operativa.
Una nuovo backdoor denominata “Kapeka” è stato individuato mentre veniva impiegato in attacchi mirati contro l’Europa orientale, inclusi Estonia e Ucraina. Questo malware, sviluppato dal gruppo di minaccia persistente avanzato (APT) collegato alla Russia, noto come Sandworm, ha mostrato capacità estremamente sofisticate nell’esecuzione di cyber-attacchi, secondo un rapporto di WithSecure.
Caratteristiche del Backdoor Kapeka
Kapeka è una backdoor flessibile scritta in C++ e confezionato come una DLL di Windows. È progettato per mascherarsi da componente aggiuntivo di Microsoft Word per sembrare legittimo e evitare il rilevamento. Il malware è dotato di una configurazione di comando e controllo (C2) incorporata che stabilisce contatti con server controllati dall’attaccante e ottiene istruzioni su come procedere.
Funzionalità del malware
Le funzionalità di Kapeka includono la capacità di leggere e scrivere file, lanciare payload, eseguire comandi shell e persino aggiornare o disinstallare se stesso. Utilizza l’interfaccia COM di WinHttp 5.1 per la comunicazione di rete e impiega il formato JSON per inviare e ricevere dati dal suo server C2. Il backdoor può anche aggiornare la propria configurazione C2 “al volo”, ricevendo una nuova versione dal server C2 durante il polling.
Metodi di propagazione e associazioni
La modalità esatta di propagazione di Kapeka non è ancora stata pienamente identificata, ma le analisi indicano che il dropper del malware viene recuperato da siti web compromessi utilizzando il comando certutil, un esempio di utilizzo di binari legittimi per eseguire attacchi (LOLBin). Kapeka è stato collegato a precedenti famiglie di malware come GreyEnergy e Prestige, suggerendo che potrebbe essere un successore di quest’ultimo, usato in intrusioni che hanno portato al dispiegamento del ransomware Prestige alla fine del 2022.
Implicazioni e significato
L’uso di Kapeka in operazioni di intrusione dimostra un’attività di livello APT, con un alto grado di stealth e sofisticazione, tipico di attacchi attribuibili a origini russe. La sua vittimologia sporadica e il targeting di specifiche regioni geopoliticamente sensibili come l’Europa orientale, evidenziano l’uso strategico di questo malware in operazioni di cyber spionaggio o sabotaggio.
Il backdoor Kapeka rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni nelle aree colpite. Le organizzazioni in regioni potenzialmente a rischio dovrebbero rafforzare le loro difese e monitorare attivamente per rilevare segni di questo malware sofisticato, adottando misure proattive per proteggere i loro sistemi dagli attacchi.
APT44: pericolo globale del gruppo Sandworm
APT44, noto anche come Sandworm, è una delle unità di sabotaggio informatico più pericolose, attiva nell’ambito dei conflitti geopolitici a favore degli interessi russi. Questo gruppo è associato a numerosi attacchi di alto profilo e continua a rappresentare una minaccia elevata per governi e operatori di infrastrutture critiche a livello mondiale.
Caratteristiche e attività di APT44
APT44 è un gruppo avanzato di minaccia persistente (APT) che ha mostrato una capacità notevole e una tolleranza al rischio elevata nei suoi sforzi per supportare la politica estera russa. L’ampio mandato di questo gruppo lo rende una minaccia imprevedibile, pronta a colpire a breve termine ovunque i suoi obiettivi si allineino agli interessi nazionali russi.
Rischio di proliferazione di nuove tecniche
Le continue innovazioni di APT44 nell’uso di capacità cyber distruttive hanno potenzialmente abbassato la barriera all’ingresso per altri attori statali e non statali interessati a sviluppare i propri programmi di attacco informatico. Questo rischio di proliferazione è una preoccupazione crescente, poiché potrebbe portare a un aumento globale di attacchi cyber sofisticati e distruttivi.
Protezione e Azioni della Comunità
La ricerca di Google ha portato all’identificazione di varie misure per proteggere gli utenti e la comunità più ampia:
- Protezione attraverso Google’s Threat Analysis Group (TAG): I risultati della ricerca migliorano la sicurezza dei prodotti di Google.
- Aggiunte a Safe Browsing: I siti e i domini identificati sono stati aggiunti per proteggere gli utenti da ulteriori sfruttamenti.
- Allerte per attacchi supportati dal governo: Gli utenti di Gmail e Workspace coinvolti ricevono notifiche.
- Programmi di notifica delle vittime: Dove possibile, le vittime vengono informate tramite programmi dedicati.
- Risorse di VirusTotal: Una collezione di indicatori di compromissione legati ad APT44 è disponibile per gli utenti registrati.
Il continuo impegno di APT44 nel campo del cyber sabotage rappresenta una delle minacce più severe e pervasive a livello globale. È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e preparata a fronteggiare le sfide poste da gruppi come Sandworm, specialmente in contesti geopolitici delicati.
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Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Un miner di criptovalute è stato arrestato per aver evaso pagamenti per 3,5 milioni di dollari in servizi di server cloud
Charles O. Parks III, noto anche come “CP3O”, è stato arrestato e accusato di aver utilizzato server cloud noleggiati per minare criptovalute, causando un debito di 3,5 milioni di dollari con due fornitori di servizi cloud, senza mai saldare i conti.
Dettagli del caso
Parks ha ideato un sistema ingegnoso creando identità aziendali fittizie, come “MultiMillionaire LLC” e “CP30 LLC”, per aprire numerosi account presso fornitori di servizi cloud, ottenendo così accesso a una potenza computazionale significativa. Anche se il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non ha nominato esplicitamente i fornitori coinvolti, le indicazioni geografiche suggeriscono che si tratti di Amazon e Microsoft, situati rispettivamente a Seattle e Redmond, Washington.
Metodologia e abuso
Utilizzando questi account, Parks è riuscito a ottenere l’accesso a server dotati di potenti schede grafiche, essenziali per il mining di criptovalute come Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Monero (XMR). Ha lanciato decine di migliaia di queste istanze di server, utilizzando software di mining e strumenti per massimizzare l’efficienza energetica e monitorare l’attività di mining in varie pool.
Riciclaggio e lifestyle
Le criptovalute estratte venivano poi riciclate acquistando token non fungibili (NFT), convertendole e trasferendole su varie piattaforme di scambio di criptovalute, o attraverso pagamenti online e conti bancari tradizionali. I proventi, convertiti in dollari, erano utilizzati da Parks per finanziare uno stile di vita lussuoso, includendo viaggi in prima classe e l’acquisto di articoli di lusso e auto.
Implicazioni legali e prevenzione
Parks è stato arrestato il 13 aprile 2024 nel Nebraska, con una prima udienza programmata il giorno successivo in un tribunale federale di Omaha. L’imputazione include accuse di frode informatica, riciclaggio di denaro e transazioni monetarie illegali, con una pena massima prevista di 30 anni di prigione. Il caso evidenzia anche l’importanza per i fornitori di servizi cloud di adottare misure più rigorose per verificare l’identità degli utenti, stabilire limiti di uso per i nuovi account e migliorare i sistemi di rilevamento delle anomalie per minimizzare le perdite.
Questo caso di cryptojacking sottolinea la necessità di una vigilanza continua e di politiche più severe da parte dei fornitori di servizi cloud per prevenire abusi simili, proteggendo così l’integrità dei loro servizi e dei loro clienti.
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USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Una donna del Delaware è stata arrestata per aver preso di mira giovani ragazzi in uno schema di sextortion che ha fruttato 1,7 milioni
Una donna del Delaware, Hadja Kone, è stata arrestata per il suo presunto coinvolgimento in un vasto schema internazionale di sextortion che ha mirato a giovani maschi, guadagnando circa 1,7 milioni di dollari tramite estorsioni. Questo caso sottolinea la crescente problematica della sextortion su Internet, che colpisce migliaia di giovani in tutto il mondo.
Dettagli del caso
Hadja Kone, 28 anni, è stata collegata a un’operazione che mirava principalmente a giovani uomini e minori negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. I truffatori si fingevano giovani donne attraenti online, iniziando conversazioni con le vittime e invogliandole a partecipare a sessioni di video chat dal vivo, durante le quali venivano registrate segretamente. Successivamente, le vittime venivano minacciate di diffondere i video a meno che non pagassero somme di denaro, generalmente tramite Cash App o Apple Pay.
Implicazioni Legali e Risposta delle Autorità
Kone e i suoi co-conspiratori sono accusati di cyberstalking, minacce interstatali, riciclaggio di denaro e frode via cavo. Siaka Ouattara, un altro presunto co-conspiratore di 22 anni dalla Costa d’Avorio, è stato arrestato dalle autorità ivoriane a febbraio. Se condannati, entrambi potrebbero affrontare fino a 20 anni di prigione per ciascun capo di imputazione.
Preoccupazioni crescenti e misure di prevenzione
Questo caso rientra in una tendenza allarmante di aumento dei casi di sextortion, specialmente tra i minori. Nel gennaio 2024, il FBI ha lanciato un avvertimento sulla crescente minaccia di sextortion, sottolineando che i giovani maschi di età compresa tra 14 e 17 anni sono particolarmente a rischio, ma qualsiasi bambino può diventare vittima. Piattaforme come Instagram e Snapchat hanno iniziato a implementare nuove protezioni e risorse educative per combattere la sextortion e proteggere i giovani utenti.
Il caso di Hadja Kone evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza e educazione sulle pratiche di sicurezza online. Le piattaforme social stanno rispondendo con nuove misure, ma è essenziale che i genitori, gli educatori e i giovani stessi siano informati sui segni di avvertimento e sulle strategie di prevenzione della sextortion
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