Editoriali
ESCLUSIVA: Hanno spiato i nostri Iphone per due anni
Il mondo della Cybersecurity è in grande agitazione dopo la scoperta de reparto di sicurezza informatica Google nel febbraio 2019 che ha consigliato ad Apple di rivedere una falla esistente da oltre due anni sul browser Safari perché rendeva vulnerabile il “cuore” del sistema operativo. Dopo la segnalazione, in rigoroso silenzio, i tecnici di Cupertino hanno risolto il problema senza comunicare l’accaduto.
La sintesi è questa ed evidentemente vi tornano in mente le parole che vi ripeto sempre circa i bugs informatici sui dispositivi mobile che recita: Apple è più sicura, fino a quando però non si viene a conoscenza di un bug che assume una portata inimmaginabile in termini di danni.
In effetti questa falla creava i presupposti all’attaccante di essere nella condizione di visionare tutti i dati racchiusi nella memoria del telefono, più i messaggi criptati sulle piattaforme di messaggistica come Telegram e WhatsApp.
Ed ecco che la Mela morsicata, di cui sono un assiduo utente da anni, è diventata frullata.
Di questo frullatore, molti del settore ne erano a conoscenza, tant’è vero che, possiamo notare come i prezzi al mercato grigio fossero calati per le vulnerabilità di Safari.
Questo ovviamente, noi comuni mortali non potevamo saperlo e non potevamo nemmeno immaginare che Samsung, con il suo Android, fosse diventato più certosino nel garantire maggiore sicurezza ai suoi utenti.
Partiamo prima da un uno “stimato ricercatore di sicurezza informatica” che in rete va sotto il nome di Odisseus”. Chiacchierando mi dice: “Ad esempio, se io voglio bucare il tuo iPhone devo usare una vulnerabilità che non è stata patchata: tuttavia se voglio davvero bucare un device, devo evitare che la sera, se la vittima spengne il telefono, anche il mio trojan si spenga con lui. Quindi una volta bucato un telefono si dice che il mio trojan diventa “persistente” se riesco a far in modo che esso venga “caricato” anche alla riaccensione. Per raggiungere questo scopo ci sono tecniche o vulnerabilità apposite sfruttate per ottenere tale effetto.”
Quindi uno spegnimento del dispositivo può azzerare l’infezione?
“Se il trojan non ha ancora eseguito tutta la sequenza o se è temporaneo, spegnere il telefono potrebbe interrompere la sua “installazione” nel telefono. Tuttavia quando uno buca un dispositivo ha lo scopo non solo di “entrare”, ma di “restarci”. Quindi usando le vulnerabilità che uno ha comprato (o scoperto) riesce a rendere persistente il trojan in pochi secondi. C’è da tenere in contro che un trojan di solito ha una sequenza di attacco stabilita su una piattaforma stabilita e usa delle vulnerabilità stabilite: entra in un sistema e chiama in sequenza le vulnerabilità e quindi cerca di rendersi persistente. A volte però gli exploit non funzionano, a volte trovano delle misconfiguration e non sempre gli attacchi vanno a buon fine.”
E come funzionava il sito che è stato scoperto a distribuire malware?
“Aveva una versione particolare di exploit kit: in base al tuo sistema operativo era in grado di inoculare il malware “giusto” per la tua piattaforma, Android, Windows che fosse. Succede spesso che su siti compromessi ci siano questo tipo di exploit kit che capiscono la piattforma con cui ti colleghi e ti iniettano il software malevolo su misura per il loro telefono/pc. Di solito gli antivirus se ne accorgono e bloccano l’infezione. In questo caso, usando diverse vulnerabilità su Apple, la gente si infettava senza che gli antivirus se ne accorgessero.”
Quindi questo non è un caso isolato?
“Ma sai quante volte succede? Hanno scoperto un malware nell’app di android CamScan: ma sai quante altre app ce l’hanno dentro e non lo sappiamo?”
Passiamo ora al parere di Andrea aka Pinperepette o the Pirate on Twitter, molto erudito sui sistemi di sicurezza dei dispositivi del mondo della mela morsicata, come spieghi questa vulnerabilità così rischiosa?
“Calcola che più volte nella storia di Iphone abbiamo visto fare il jailbreak addiritura da siti internet. Ricordo perfettamente Jailbreakme. Il Jailbreak, è la procedura non autorizzata che modifica il kernel (che è la parte dell’os che contiene le strutture base, driver ecc..) permettendoti di accedere al filesystem e di bypassare il controllo di signature del software, e se serve può anche riprogrammare la BaseBand (la parte della gestione telefonica x intenderci).”
Perchè avviene ciò?
“La scelta, commerciale di darti un device dove non sei root, cioè amministratore del dispositivo con pieni poteri, certamente non aiuta l’utente ad accorgersi di falle. “
Questi siti quali erano, si sa?
“Presumo non diranno quali sono i siti, e sicuramente l’attaccante non si espone con un sito di sua proprietà. Se sono servizi avranno comprato server in bitcoin, se sono pirati ne hanno preso qualcuno vulnerabile “
Perchè non diranno i siti? perchè il problema è stato risolto?
“Il problema è risolto altrimenti non verrebbe divulgato. I siti in questione saranno parte di un indagine “
Chi fa le indagini? e divulgheranno gli avanzamenti delle stesse?
“Non ne ho la minima idea, Apple se ha raccolto i dati, avrà fatto sicuramente una denuncia, da lì le competenze del paese in questione. Di certo non divulgheranno nulla perché 99% non troveranno nulla. Questi non sono ragazzetti sprovveduti. “
Ed ecco che entriamo nel campo più difficile da analizzare, quello che spesso viene addidato come complotto, ma poi però si rivela reale ed anche facilmente prevedibile. Forbes ha forse individuato un collegamento tra il modo di agire di questo malware con quello utilizzato dal Governo cinese per monitorare la popolazione musulmana insediata nel suo territorio. Ho chiesto un parere ad un agente impegnato nel campo dell’intelligence, che mi ha rivelato la poca solidità di questa notizia ed in effetti il suo ragionamento non fa una piega.
“In realtà, se ci fai caso, tutta la tecnologia dietro Internet è cinese ed è a basso costo. Se i cinesi volessero spiare, avrebbero tutto il modo di farlo senza farsi beccare. Idem i russi, mentre noi siamo gli unici stupidi ad usare antivirus “stranieri” e non abbiamo mai ragionato su un antivirus nazionale.”
ah, questo lo sostengo da tre anni e l’ho scritto nel mio libro.
“Se se devi dare la colpa a qualcuno, solitamente la dai russi o al cinese. Comunque anche se fosse stato un Governo, non lo prenderesti perché hanno un casino di risorse che non puoi neanche immaginarti e che gli consentono di passare sempre inosservati “
In conclusione, la falla è stata risolta, comunicata in ritardo ai consumatori, ma nessuno ha il coraggio di alzare il dito e chiedere: chi ha preso i dati? Chi ha subito l’attacco? Apple pagherà i danni agli utenti colpiti?
La società cambia, ma le popolazioni sono sempre più impotenti ed i loro dati sembrano avere un valore utile per esigenze lobbistiche commerciali e mai etiche., ma questo è un altro discorso che ricalca quelle sbarre della Prigione dell’Umanità.
Editoriali
Anche su Giovanna Pedretti avevamo ragione
Tempo di lettura: 2 minuti. Procura di Lodi chiede l’archiviazione sul suicidio di Giovanna Pedretti, escludendo colpe di Lucarelli e Biagiarelli: la recensione era falsa
Recentemente, la Procura di Lodi ha avanzato una richiesta di archiviazione per il caso di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta a gennaio nelle acque del Lambro. L’indagine ha escluso qualsiasi istigazione o aiuto al suicidio da parte di terze persone.
Dettagli dell’indagine
La vicenda di Pedretti aveva suscitato grande attenzione mediatica, specialmente sui social media, dopo che era stata accusata ingiustamente di aver pubblicato una recensione falsa online. Questo episodio era seguito a una tempesta di critiche, principalmente influenzata da una serie di post di Selvaggia Lucarelli e del suo compagno, Lorenzo Biagiarelli, che avevano messo in dubbio l’autenticità della recensione. Tuttavia, le indagini hanno dimostrato che la recensione era effettivamente falsa e che nessuna azione diretta di terzi ha contribuito al tragico evento.
Esito e Reazioni
Con la richiesta di archiviazione, si chiude un capitolo doloroso, ma sorgono interrogativi sulla responsabilità dei media e delle figure pubbliche nell’amplificare situazioni che possono avere conseguenze gravi. Selvaggia Lucarelli, tramite i suoi canali social, ha espresso sollievo e ha criticato duramente la stampa per la gestione della notizia, sottolineando come la situazione abbia evidenziato una “storia squallida e meschina”.
Matrice Digitale dalla parte della verità
Matrice Digitale si è schierata senza esito a favore di Selvaggia Lucarelli e del giornalista del TG3 andato a chiedere spiegazioni sulla veridicità del post su cui si è scatenata una gogna mediatica con un richiamo ufficiale dell’azienda attraverso il Governo. La verità era chiara dall’inizio: la recensione era falsa ed era stata trasformata in una notizia solo perchè sfruttava l’immagine della comunità LGBT con un messaggio che poteva essere positivo, ma non era sicuramente una notizia. Questo caso non dovrebbe passare inosservato per “rispetto del dolore della famiglia” bensì diventare un caso di studio come tanti altri avvenuti in passato dove la notizia si è costruita per fini politici e commerciali.
Editoriali
Chip e smartphone cinesi ci avvisano del declino Occidentale
Tempo di lettura: < 1 minuto. Un declino quasi annunciato facendo un’analisi geopolitica degli ultimi eventi nel settore dei semiconduttori
Dopo mesi di sanzioni alla Russia si scopre che l’approvvigionamento di Mosca dei processori è ritornato al livello di normalità Questo vuol dire che su 140 paesi nel mondo, le sanzioni anglo-euro-nato non sono state efficaci a costringere i russi a “rubare le lavatrici per utilizzare i chip“.
La Russia, sta costruendo in casa sua i processori, ma non hanno molto successo se consideriamo il fatto che molti sono difettosi. Quindi li prende dalla Cina che attraverso Huawei è entrata silenziosamente nel Mercato Europeo con la sua ultima creatura: la Serie Pura 70 non solo è uno smartphone potente, ma allo stesso tempo è l’evoluzione in stile Apple di quella che un tempo era considerata una cinesata.
Oggi questa cinesata è prodotta al 90% in Cina con materiali cinesi e questo dovrebbe far comprendere a noi Europei che se non facciamo i bravi, saremmo costretti ad usare i chip delle friggitrici ad aria e le plastiche delle bici per produrre degli smartphone.
Chiudiamo l’analisi, che difficilmente leggerete altrove per tanti motivi, tra cui la lesa maestà. La chiusura della fabbrica di Intel in Russia coincide con risultati economici disastrosi del gigante tecnologico.
Indovinate chi sta sopperendo a questa perdita con fondi pubblici: l’Europa.
Editoriali
MITRE vittima di zero day Ivanti: anche i migliori le prendono
Tempo di lettura: 2 minuti. Anche le organizzazioni ben preparate come MITRE possono essere vulnerabili a minacce cibernetiche avanzate
Nel contesto della sicurezza informatica, anche le organizzazioni più preparate possono trovarsi vulnerabili di fronte a minacce persistenti e avanzate, come dimostrato dagli attacchi recentemente subiti da MITRE. Questo caso sottolinea l’importanza di adottare un approccio informato sulle minacce per la difesa contro gli attacchi cyber sempre più sofisticati.
Cos’è MITRE?
MITRE è una corporazione senza scopo di lucro americana con sede principale a Bedford, Massachusetts, e una secondaria a McLean, Virginia. Fondata nel 1958, l’organizzazione opera centri federali di ricerca e sviluppo (FFRDCs) per conto del governo degli Stati Uniti. MITRE è dedicata all’interesse pubblico e lavora su una vasta gamma di questioni di sicurezza nazionale, aviazione, sanità, cybersecurity e innovazione del governo.
La missione principale di MITRE è quella di risolvere problemi complessi per un mondo più sicuro, fornendo ricerca, sviluppo e consulenza strategica ai vari enti governativi per aiutarli a prendere decisioni informate e implementare soluzioni tecnologiche avanzate. Uno degli aspetti notevoli del lavoro di MITRE è il suo impegno nella sicurezza informatica, attraverso lo sviluppo di framework e strumenti come il Common Vulnerabilities and Exposures (CVE) e l’ATT&CK framework, che sono largamente utilizzati a livello internazionale per la gestione delle minacce e la protezione delle infrastrutture critiche. Per ulteriori informazioni, puoi visitare il sito ufficiale.
Dettagli dell’attacco subito da MITRE
MITRE, un’organizzazione che si impegna a mantenere elevati standard di sicurezza cibernetica, ha recentemente rivelato di essere stata vittima di un attacco informatico significativo. Nonostante la solidità delle sue difese, MITRE ha scoperto vulnerabilità critiche che sono state sfruttate dagli attaccanti, segnalando un tema di sicurezza concentrato sulla compromissione di dispositivi di protezione perimetrale.
L’incidente e le sue conseguenze
L’attacco ha avuto inizio con un’intensa attività di ricognizione da parte degli attaccanti nei primi mesi del 2024, culminata nell’uso di due vulnerabilità zero-day nel VPN di Ivanti Connect Secure, bypassando l’autenticazione multifattore tramite session hijacking. Questo ha permesso agli attaccanti di muoversi lateralmente e infiltrarsi profondamente nell’infrastruttura VMware di MITRE, utilizzando account amministrativi compromessi e un mix di backdoor sofisticate e web shell per mantenere la persistenza e raccogliere credenziali.
Risposta di MITRE all’incidente
La risposta all’incidente ha incluso l’isolamento dei sistemi colpiti, la revisione completa della rete per impedire ulteriori diffusione dell’attacco, e l’introduzione di nuove suite di sensori per monitorare e analizzare i sistemi compromessi. Inoltre, l’organizzazione ha avviato una serie di analisi forensi per determinare l’entità del compromesso e le tecniche utilizzate dagli avversari.
Lezioni apprese e miglioramenti futuri
Questo incidente ha rafforzato per MITRE l’importanza di comprendere i comportamenti degli hacker come mezzo per sconfiggerli, spingendo l’organizzazione a creare tassonomie comportamentali che catalogano le TTP (tattiche, tecniche e procedure) degli avversari, che hanno portato alla creazione di MITRE ATT&CK®. Questo evento ha anche stimolato l’adozione del concetto di difesa informata dalle minacce, culminando nella creazione del Center for Threat-Informed Defense. L’incidente di sicurezza subito serve da monito per tutte le organizzazioni sulla necessità di mantenere sistemi di difesa aggiornati e proattivi, utilizzando le risorse come il MITRE ATT&CK, costantemente monitorato anche da CISA i cui bollettini sono riportati puntualmente da Matrice Digitale, per rimanere informati sulle ultime strategie degli avversari e su come contrastarle efficacemente.
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