Inchieste
Il Gas impazza, arricchisce tutti tranne l’Euro e la politica italiana deve stare muta
Il prezzo del Gas dipende dalle scelte di Putin. Ce lo sentiamo dire da quando è scoppiato il caro bollette, perchè prima era tutto tranquillo visti i successi ottenuti da Draghi e Di Maio nel chiudere contratti in giro per il mondo che hanno consentito la diffusione di notizie false per rassicurare le masse fino a quando non è scoppiato il problema.
Proprio per questo motivo non abbiamo considerato che ci poteva essere dell’altro dalla semplice questione bellica con uno dei maggiori esportatori di gas al mondo, dopo gli Stati Uniti si intende.
Matrice Digitale ha provato a spiegare l’evoluzione del prezzo a rialzo in questi mesi, facendo un resoconto anche del quotidiano simulando la stipula di un nuovo contratto da parte di un cittadino qualsiasi.
Dopo nemmeno un giorno dalla pubblicazione dell’inchiesta, l’amministratore delegato di Eni, Scaroni, ha dichiarato che il problema non è la mancanza di gas, bensì la speculazione che deriva dal mercato di Amsterdam dove “mediatori curano gli interessi dei propri clienti e scommettono sul fail del mercato rappresentato dai prezzi elevatissimi“. Secondo Enrico Letta, però, il responsabile di questo scempio ai danni dei paesi occidentali è solo Vladimir Putin.
Questo aspetto è fondamentale per far comprendere la differenza tra il politico impegnato in campagna elettorale e l’amministratore della maggiore società energetica italiana che invece sostiene il contrario.
Perchè è così facile individuare in Putin il nemico?
In primis perché è in opposizione sullo scenario bellico che fa effetto nelle menti dei cittadini che non sono assolutamente complici dell’invasione russa, poi perché assolve la politica da eventuali responsabilità di scelte passate. Qualcuno nei commenti ha provato ha rispondere a Letta per le rime e dalla ricostruzione fornita sembrerebbe anche che ci siano i presupposti per individuare una piccola fetta di responsabilità anche nel premier del PD come esposto da Gilberto Trombetta che, precisiamolo, è candidato in una lista avversa a Letta.
Secondo l’opposizione formulata da Trombetta, il Partito Democratico è stato autore di uno dei due decreti che hanno dato il via alla giostra delle speculazioni, come richiesto dall’Europa stesso. La stessa istituzione che ospita la borsa del Gas in Olanda dove da diverse settimane ci sono proteste nei confronti del governo di Rutte degli allevatori e di loro sodali che non vertono solo sul taglio delle attività agricole, ma anche sui costi dell’energia e sull’attuale situazione geopolitica.
Altro aspetto da non sottovalutare è il dualismo NATO-Europa che non c’è nel paese che ha decuplicato gli introiti provenienti dalla fornitura del gas: la Norvegia. Nazione con una sua sovranità monetaria, Oslo è quella che più trae beneficio dall’attuale situazione e non immette denaro nel flusso finanziario europeo perché munito della sua valuta “corona”, ma ha salvato il Vecchio Continente con la sua politica di incremento della produzione di Gas possibile fino al 2030.
Oltre a questo scenario, è possibile intuire che nel 2019 l’agenda Trump voleva rendere gli USA protagonisti nell’esportazione del gas e, ad oggi, con lo scenario ucraino è riuscito l’intento di triplicare i volumi di esportazione rendendo gli States il miglior partner commerciale degli alleati racchiusi sotto la sigla NATO.
Nel mentre gli USA spendono soldi in armi per l’Ucraina, 43 miliardi, l’Europa compensa le perdite fornendo il gas e questo fa molto riflettere sul perché sono poche le forze politiche che si dichiarano contro il modus agendi dell’Occidente e temono ritorsioni elettorali sul proprio conto da parte di fattori esterni.
Il caso di Meloni e Salvini è eclatante. Tutti hanno notato al Forum di Cernobbio lo sguardo calato della leader di Fratelli d’Italia mentre il collega della Lega parlava di inutilità delle sanzioni alla Russia. Avendo ricevuto il testimone da Draghi, Meloni si è da subito dichiarata vicina alla NATO e nel suo partito vi sono alcuni produttori di armi o consulenti della Difesa Atlantica come Crosetto e Fiocchi.
Se Enrico Letta è parte decisionale, come il resto della politica perpetua italiana da 20 anni a questa parte, del gioco che oggi sta stritolando il paese e la zona euro sul bene di maggior valore nei paesi industrializzati, c’è un tessuto politico che non si vuole esporre per evitare problemi su altri fronti. Lo stesso Berlusconi, che timidamente ha provato prima a condannare Putin per poi esporsi sull’inutilità delle sanzioni, si tiene ben lontano dal prendere una decisione forte e rimbalza le responsabilità sulla politica.
La stessa politica che ha consentito in poche parole all’Eni di pagare il gas ad un prezzo approssimativamente uguale negli ultimi anni, per poi rivenderlo agli italiani ad un costo maggiorato in modo tale da generale degli extraprofitti in borsa che vengono divisi tra gli azionisti nonostante sia riuscito male, o volutamente male, il piano di tassarli del più grande esperto di finanza mondiale che risponde a Mario Draghi.
Inchieste
Temunao.Top: altro sito truffa che promette lavoro OnLine
Tempo di lettura: 2 minuti. Temunao.top è l’ennesimo sito web truffa che promette un premio finale a coloro che effettuano con i propri soldi degli ordini
L’inchiesta di Matrice Digitale sulla truffa Mazarsiu ha subito attirato l’attenzione dei lettori che hanno trovato una similitudine con il sito già analizzato e quello di Mark & Spencer scoperto qualche mese addietro: www.temunao.top.
Un lettore è stato contattato da una certa “Darlene” via WA da un numero +34 697 32 94 09 che lo ha fatto iscrivere alla piattaforma che si presenta con lo stesso modello di Mazarsiu. Questo portale è indirizzato a un pubblico spagnolo che cade in tranello leggendo “Temu” e si ritrova in una pagina in lingua ispanica.
In questa occasione, l’utente ha perso 750 euro, ma per fortuna non è caduto anche nella trappola di Mazarsiu e sembrerebbe che ci sia un collegamento tra le due organizzazioni per il modo di fare aggressivo-passivo degli interlocutori al telefono che mandano messaggi, ma non rispondono perché si dicono sempre impegnatissimi a trainare gli affari.
Il sito web è online dal 4 aprile di quest’anno e questo fa intendere che sia probabile che in molti siano caduti nella trappola perdendo soldi in seguito a quella che sembrerebbe una truffa messa in piedi dallo stesso gruppo criminale su scala internazionale.
Continuate a segnalare siti truffa o sospetti alla redazione via Whatsapp o attraverso il form delle SEGNALAZIONI
Inchieste
Attenti a Mazarsiu.com : offerta lavoro truffa da piattaforma Adecco
Tempo di lettura: 2 minuti. Dalla piattaforma Adecco ad un sito che offre lavoro attraverso le Google Ads: è la storia di Mazarsiu e di una segnalazione in redazione
Nel mese di gennaio abbiamo trattato la notizia di una offerta di lavoro fittizia che usava il blasone di Mark & Spencer. Una lettrice di Matrice Digitale ha prontamente contattato la redazione dopo che, in fase di navigazione su un sito di Adecco, società famosa per il suo servizio di lavoro interinale a lavoratori e aziende, ha cliccato su un banner pubblicitario che l’ha proiettata su questa pagina:
www.mazarsiu.com si presenta come sito web che consente di svolgere dei compiti e di guadagnare una volta finite le 38 “mansioni”. Ogni mansione ha un investimento incrementale che frutta diverse centinaia di migliaia di euro ai criminali.
L’ancoraggio alla potenziale vittima è stato fatto attraverso WhatsApp da parte di un numero italiano ( 3511580682 ) con un nome ispanico
L’utente Lara Cruz si presenta a nome di una società che reale con sede a Napoli, ma ha un volto asiatico in foto e un nominativo ispanico. E si propone di aiutare gli utenti nella loro fase di registrazione per poi indirizzarle da subito nel lavoro.
La segnalazione è stata inviata in redazione il 15 ed il sito è stato creato il 14 maggio, un giorno prima, ed il veicolo del sito truffa è stato possibile grazie all’utilizzo di una sponsorizzata su AdWords da una piattaforma legittima di Adecco e, per fortuna, la malcapitata ha letto l’inchiesta di Matrice Digitale che l’ha messa sull’attenti.
Se doveste trovarvi dinanzi a un sito che propone lavoro on line, come Mazarsiu o Mark & Spencer, e l’impiego consiste nell’anticipare dei soldi, contattate subito le Autorità o la redazione di Matrice Digitale nell’apposito form di segnalazione o via WhatsApp
Inchieste
Terrore in Campania: dati sanitari di SynLab nel dark web
BlackBasta ha pubblicato i dati esfiltrati nell’attacco informatico riuscito contro Synlab Italia dove il colosso tedesco è stato colpito nelle sedi della Campania ed i dati dei pazienti sono stati resi disponibili dalla ransomware gang russa. Un disastro annunciato dopo che si è appresa la volontà della multinazionale di non pagare riscatto così come previsto dalla procedura internazionale che vieta alle vittime di recuperare i propri dati alimentando il crimine informatico globale.
Matrice Digitale ha dedicato una serie di approfondimenti sulla vicenda e, pur non essendo entrata in possesso dei dati visualizzati già da circa 4000 persone all’interno della piattaforma dark web dei criminali, ha potuto constatare che la maggior parte delle informazioni riguardano le sedi della Campania sia lato sedi sia fornitori sia pazienti. Un’altra informazione che potrebbe essere utile ed anche allo stesso tempo rincuorante per tutti i pazienti coinvolti, è che la dimensione dei dati non è scaricabile da chiunque visto il tera e mezzo di gigabyte necessari per portare a termine il download completo. Un altro punto di favore in questa terribile vicenda è il fatto che il server sembrerebbe essere poco capace di distribuire simultaneamente la grande mole di informazioni che BlackBasta ha messo a disposizione di tutti coloro che ne hanno accesso attraverso il link dark web.
Qual è stata la reazione dell’azienda ?
SynLab ha annunciato di non voler pagare il riscatto e di essere stata vittima da di un attacco matrice russa, aspetto ininfluente quando si parla di crimine informatico, e di essere in contatto costantemente con le Autorità. Almeno loro hanno acquisito tutte le informazioni esfiltrate dagli aguzzini. L’azienda promette e si impegna nel comunicare, così come previsto da legge vigente, ad ogni singolo paziente l’eventuale esposizione in rete. I risvolti della vicenda però non sono positivi per l’azienda nonostante abbia agito secondo procedure. Dal punto di vista della credibilità e della fiducia dei clienti, quest’ultimi continueranno ad avvalersi delle prestazioni private e convenzionate, ma all’orizzonte si configura una sanzione salata da parte del Garante della Privacy che si spera sia utile nel sensibilizzare gli altri colossi del nostro paese nel correre ai ripari prima di un attacco informatico.
Non basteranno, purtroppo, gli avvisi dell’azienda circa la perseguibilità penale di coloro che entreranno in possesso dei dati per motivi di ricerca, di business o di ulteriori crimini informatici.
Cosa abbiamo imparato da quest’attacco?
Tra le varie criticità emerse in queste settimane c’è quella di attivarsi predisponendo al meglio le proprie infrastrutture per ripristinare quanto prima i servizi dopo un attacco informatico, a maggior ragione quando riguardano settori vitali, ma allo stesso tempo c’è l’esigenza di implementare tecnicamente una infrastruttura di rete che in caso negativo possa essere penetrata in parte perché strutturalmente composta da più sezioni. Da quello che è accaduto, non è ancora chiaro se solo l’intera Campania sia stata compromessa da BlackBasta nell’attacco a Synlab, in attesa di ulteriori risvolti potenzialmente possibili anche in altre regioni dove la società multinazionale tedesca ha ereditato anamnesi intere di una buona fetta della popolazione italiana attraverso in seguito alle acquisizioni di quelli che un tempo erano i centri di analisi e diagnostica più importanti del territorio.
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