L'Altra Bolla
Luigi di Maio torna sui social … sommessamente
Tempo di lettura: 2 minuti. L’ex Ministro è tornato sui social con un profilo in inglese rinunciando ai suoi 700.000 followers italiani
Luigi di Maio ritorna sui social network e lo fa con un nuovo profilo sulla piattaforma Twitter X. L’ex Ministro del lavoro e degli Esteri della Repubblica italiana durante il governo Conte, aveva chiuso il profilo social dopo la disfatta politica alla ultime elezioni che lo ha visto prima lasciare il Movimento Cinque Stelle tra mille veleni per poi restare escluso dal parlamento quando il verdetto del voto è stato definitivo.
Per di Maio, però, come ben sappiamo, si è aperta una nuova strada e molto più importante di quella del parlamento italiano. Diventato Rappresentante speciale dell’UE per la regione del Golfo, Luigi di Maio ha uno stipendio da parlamentare ed una struttura diplomatica sotto di se ed è un collettore di affari ed interessi verso lo stesso Medioriente dei petrolieri che aveva attaccato durante la sua militanza politica nelle alte sfere istituzionali del paese.
Ad oggi l’ex ministro degli esteri ha pochi follower rispetto alle settecentomila che lo seguivano su Twitter sull’ex profilo da ministro e primo militante dei cinque stelle, ma al netto delle polemiche su ciò che si può pensare nella nuova carriera di Maio, l’operazione fatta dall’ex perno del Movimento Cinque Stelle è in realtà da apprezzare. Sono pochi i politici che lasciano i profili istituzionali che gli hanno dato tanto per poi crearsi una nuova identità sui social abbandonando un cospicuo numero di seguaci che in realtà possono continuare a mantenere quella notorietà necessaria. Il paradosso è anche che il profilo Twitter è in inglese, lingua fino a ieri sconosciuta e fonte di imbarazzo dell’ex grillino divenuto poi pupillo di Draghi.
Visti gli sviluppi della nuova carriera politica di Luigi di Maio, non è più necessario lavorare alla luce del sole, utilizzando toni roboanti, ma portare avanti delle missioni diplomatiche cimentandosi nel silenzioso mondo del lobbismo europeo con l’alone degli USA a fare da guardia e protezione alle diverse strette di mano che stanno caratterizzando il nuovo corso dell’ex Ministro degli Esteri.
Dalla via della seta a quella del petroldollaro … il passo è stato meno doloroso.
Un’altra spiegazione che avrebbe portato a questa scelta dolorosa per chi vive di visibilità come un politico è proprio il fatto che Luigi di Maio ha avuto il record negativo nel corso delle ultime elezioni per essere il politico più detestato in campagna elettorale e dopo.
Chissà quale sarà l’evoluzione social di di Maio nei prossimi mesi, ma è chiaro che al netto delle critiche, la stagione diplomatica ex pentastellato porterà una nuova vita, nuove sfide all’alba di quarant’anni… e chissà che il tempo gli consentirà di tornare ad utilizzare il suo vecchio profilo ed i suoi detrattori lo perdoneranno.
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LinkedIn introduce i giochi: tra puzzle e networking
Tempo di lettura: 2 minuti. LinkedIn lancia Queens, Crossclimb e Pinpoint per aumentare interazione e divertimento nella rete professionale.
LinkedIn ha recentemente lanciato tre nuovi giochi di logica, chiamati Queens, Crossclimb e Pinpoint, allo scopo di aumentare l’interazione degli utenti sulla piattaforma. Questa mossa segue una tendenza crescente tra le aziende di contenuti digitali che cercano di migliorare l’engagement e la permanenza degli utenti attraverso contenuti ludici.
Descrizione dei Giochi
Queens: Questo gioco si ispira al Sudoku. I giocatori devono posizionare delle regine su una griglia, assicurandosi che non si tocchino a vicenda. È disponibile un tabellone dei punteggi che mostra i risultati all’interno delle proprie connessioni aziendali.
Crossclimb: Un gioco di trivia e parole in cui i giocatori devono formare una scala di parole partendo da indizi forniti, modificando una lettera alla volta per formare nuove parole.
Pinpoint: Un gioco di associazione di parole che svela gradualmente nuove parole e sfida i giocatori a indovinare la categoria corretta il più rapidamente possibile.
Finalità e impatto
I giochi di LinkedIn non sono solo un passatempo, ma un modo innovativo per rafforzare le relazioni professionali e aumentare la visibilità degli utenti all’interno della loro rete. Attraverso la competizione in un ambiente ludico, LinkedIn incoraggia la collaborazione e la connessione tra i colleghi.
Le strategie di coinvolgimento
Integrando i giochi nella piattaforma, LinkedIn segue l’esempio di altre grandi aziende di media come il New York Times e Netflix, che hanno utilizzato giochi e puzzle per trattenere gli utenti e aumentare le sottoscrizioni. Questa strategia si è dimostrata efficace per mantenere l’interesse degli utenti e potenzialmente convertirli in consumatori di altri contenuti a pagamento.
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Threads: bonus per creatori e prospettive future
Tempo di lettura: < 1 minuto. Scopri come Meta premia i creatori su Threads con bonus per post di successo e quali sono i piani di espansione.
Nel mondo sempre più competitivo dei social media, Meta ha lanciato un’iniziativa intrigante per incentivare i creatori sulla sua piattaforma Threads: un programma di bonus su invito per stimolare non solo la creatività ma anche l’engagement degli utenti.
Incentivi economici per i Creatori di Contenuti
Threads, l’ultimo arrivato nell’ecosistema di Meta, si sta distinguendo attraverso un programma di bonus che premia i creatori in base alle prestazioni dei loro post. I partecipanti selezionati possono guadagnare fino a $5,000 per contenuti che raggiungono almeno 10,000 visualizzazioni. Tuttavia, il programma attuale è limitato agli Stati Uniti, con piani di espansione che potrebbero estenderlo a livello globale. I criteri per ottenere i bonus sono chiari: i post devono superare le 2,000 visualizzazioni, includere testo e evitare materiali protetti da copyright.
Strategie di espansione e accoglienza del Mercato
L’approccio di Meta per Threads non solo mira a remunerare i creatori ma anche ad attirare un pubblico globale, sfidando altre piattaforme consolidate. Con oltre 150 milioni di utenti mensili e in continua crescita, Threads si sta affermando come un serio concorrente nel settore. Questo successo precoce suggerisce che i creatori sono motivati non solo dalle potenziali ricompense economiche ma anche dalla possibilità di raggiungere un’ampia audience globale.
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ByteDance “chiuderà TikTok negli USA piuttosto che venderlo”
ByteDance, il proprietario di TikTok, preferirebbe chiudere l’app in perdita negli Stati Uniti piuttosto che venderla, nel caso in cui tutte le opzioni legali per combattere una legislazione che mira a bandirla dagli app store negli USA fallissero, secondo quanto riferito da fonti vicine all’azienda.
Dettagli del conflitto Legale
ByteDance è attualmente al centro di una battaglia legale negli Stati Uniti, dove recentemente il presidente Joe Biden ha firmato una legge che impone un termine per la vendita di TikTok entro il 19 gennaio, un giorno prima della fine del suo mandato. Tuttavia, il presidente potrebbe estendere questa scadenza di tre mesi se determina che ByteDance sta facendo progressi.
Il valore degli Algoritmi
Una delle questioni chiave in questo dibattito è l’algoritmo di TikTok, considerato una parte fondamentale delle operazioni di ByteDance e visto come superiore a quelli dei concorrenti come Tencent e Xiaohongshu. Il valore e l’importanza di questi algoritmi rendono improbabile la vendita dell’app con essi inclusi, poiché sono strettamente legati alla licenza di proprietà intellettuale registrata sotto ByteDance in Cina.
Impatto finanziario e operativo
Sebbene TikTok contribuisca solo a una piccola parte delle entrate totali di ByteDance e i suoi utenti attivi giornalieri negli USA rappresentino solo circa il 5% del totale globale, una chiusura avrebbe un impatto limitato sul business generale dell’azienda. ByteDance continua a generare la maggior parte delle sue entrate in Cina, principalmente tramite altre app come Douyin, l’equivalente cinese di TikTok.
Risposta del Governo Cinese
Il governo cinese ha indicato che è probabile che rifiuti una cessione forzata dell’app TikTok, come emerso durante un’audizione congressuale negli USA l’anno scorso. Questo è in linea con la legge sulla controllo delle esportazioni del 2020, che include algoritmi e codici sorgente come “elementi controllati” soggetti a procedure di licenza amministrativa secondo le leggi e regolamenti cinesi.
La situazione attuale, evidenziata dall’esclusiva di Reuters sul tema, le complesse dinamiche tra tecnologia, politica e diritti di proprietà intellettuale che influenzano le operazioni globali delle aziende tecnologiche. La possibile chiusura di TikTok negli USA è un indicatore dell’intensa pressione regolatoria e delle difficoltà che le aziende affrontano nel navigare in ambienti legali e politici diversificati.
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